venerdì 21 marzo 2008

Nel blu...

La pillola blu a giorni compirà 10 anni. Tanti auguri.
In Italia, sono state consumate qualcosa come 54 milioni di pillole (1,7 miliardi nel mondo) - più per migliorare la performance che per una vera disfunzione erettile - dal lontano 27 marzo 1998, anno in cui grazie all'approvazione della FDA, la miracolosa losanga blu fu presentata al mondo come efficace rimedio per combattere l'impotenza maschile.
I dati di vendita - italiani - dicono infatti che sei confezioni su dieci in realtà vanno in tasca a uomini sotto i 60 anni e due su dieci addirittura a under-50.
La vera Viagra-generation sembra quindi essere quella tra i 25 e i 34 anni: i più convinti che il Viagra "migliora le abitudini sessuali".
La storia del Viagra è la storia di un successo involontario, di un bersaglio raggiunto senza prendere la mira, anzi mirando in una direzione del tutto diversa. La Pfizer, multinazionale della farmaceutica, cercava infatti un principio attivo per curare l'angina pectoris. Provò con il sildenafil citrato e non funzionò; c'era però un effetto collaterale curiosissimo che le cavie umane, entusiaste, non mancavano di comunicare ai referenti della sperimentazione clinica.
Da allora la storia del Viagra è stata una continua escalation arrivando pure, in Italia, a comparire nel '99 sullo Zingarelli dove, Viagra è sinonimo di fenomenale eccitazione. Sul Viagra si scrivono libri, si girano film e si inventano miti. La miracolosa pillola blu ha perso il significato di medicinale in senso stretto, lasciando posto a quello di fenomeno sociale da cui una nuova mitologia maschile.
E' stato davvero così un successo?
Due pillole, un paio di preservativi e via a vivere la notte: il lato oscuro del blu.
Prostitute lo forniscono come benefit, sul set dei film porno è l'indispensabile/irrinunciabile nuovo strumento di lavoro; come molti medicinali è entrato nella sfera delle sostanze di abuso e così i ragazzini, prima di uscire dalla discoteca, si calano il sexysballo come ultima pasta perché...non si sa mai.
E' davvero il Viagra l'elisir dei superuomini? Più probabile, il placebo degli insicuri. Viagra, medicina del desiderio debole piuttosto che del corpo stanco.
Tanti, forse troppi, chiedono alla pillola di dar loro non tanto il mezzo, quanto il desiderio, la voglia di fare l'amore.
Sempre più giovani e sempre meno malati si affidano ai prodigi della chimica farmaceutica per la paura di fare cilecca o di non riuscire a soddisfare la partner. Introducendo il doping sessuale - quando non se ne ha necessità - si rischi di non sapere mai come sarà il piacere vero, quello semplice e naturale.
Preoccupati per il consumo abnorme ed ingiustificato, i produttori del medicinale, cercano di tappare le falle e di sfatare false ideologie e comportamenti grazie ad una corretta informazione: il Viagra non è la pilla dell'adulterio, non è la pillola del sesso sfrenato.
I miti però non vengono sconfitti solo dall'informazione; a volte vi è bisogno di un mito positivo: "Viagra, la pillola delle coccole! Abbattendo i timori sulla prestazione, favorisce l'intesa sessuale, la tenerezza e l'intimità."
Che altro dire?
Simona Vinci, scrittrice, punta il dito contro questi eccessi: "Così come mangiare e respirare, come le cose che ci tengono in vita: il sesso è semplice, sono le aspettative a complicarlo."
Ritengo che vivere la propria sessualità e il proprio amore in modo sereno e obiettivo potrebbe sicuramente risolvere molti problemi legati all'ansia da prestazione. Il sesso non deve essere una competizione, un primeggiare, un mettersi a confronto con altri; deve essere sorpresa, complicità e invettiva.
Il mai zeder! (ghè da nar...), :-) riserviamolo ad altri aspetti della nostra vita, non al sesso. Si vivrà meglio.

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