domenica 26 giugno 2011

Via Sybilla

(Il tracciato della via - Photo Sassbaloss.com)

Via Sybilla - IV+ - 200 m - Castelletto di Mezzo - Dolomiti di Brenta
Ale & Paolo, Claudio & Davide

Giornata dedicata al soccorso con questa facile e divertente via su roccia ottima e solo a tratti un po' unta. Bello caldo e nemmeno una nuvola in cielo...e mentre noi arrampicavamo qualche irriducibile scendeva con gli sci dalla scivolo nord di cima Brenta.
Nota dolente il ritornare a casa e sapere che in questo weekend 8 alpinisti sono periti in montagna :/ La via di oggi è per loro :( .

venerdì 24 giugno 2011

Sick & tired

Lago di Caldaro - 67 km - dislivello 150 m
Ale & Daniele

Sarebbe stato meglio starsene a casa al caldo ma ormai ero d'accordo con Daniele e visto che stranamente il meteo stamattina acqua non ne prometteva ci siam diretti a nord con meta Bolzano ma già a Salorno ho cominciato ad accusare i primi acciacchi e ora son qui con il naso tappato, un bel po' di tosse e una cefalea da urlo :/ sick and tired pomeriggio starò a casa a studiare che domani ho un esamuccio a cui tengo particolarmente!

giovedì 23 giugno 2011

Via Harrer

Oh..nen a far la Harrer su Punta Grohmann doman che alle doi sen zo visto che i mete acqua per el pomeriggio...
Per fortuna la pioggia ha cominciato a cadere quando, un po' stanchi, eravam già a bere una buona Weizen a Pian Schiavaneis...non alle due però ma alle 5. Se in salita ce la siam cavati abbastanza velocemente la discesa, anche causa la nebbia ci ha rallentato non di poco... volete fare una via esplorativa? Andate a fare questa muniti di un po' di chiodi e di un buon assortimento di dadi e friends... Quest'anno in cima solo altre 5 cordate oltre a noi.


Via Harrer - V- - 700 m - Punta Grohmann - gruppo del Sassolungo
Ale & Luca, Gabriele & Patrizio

Spigolo Detassis

(In rosso la linea di salita - photo Sassbaloss)

Spigolo Detassis - IV+ - 200 m - Torrione Sat - Corna Rossa - Dolomiti di Brenta
Ale & Massimo

Simpatica e facile via anche se un po' erbosa...la prima via in Brenta a cui spero, ne seguiranno molte altre. Meritevole l'ascensione sul primo torrione effettuata da una cordata di anzianotti: 62 anni l'uno e 73 l'altro! A loro i miei complimenti :)

Via Gross


Via Gross - V- - 300 m - Sass Pordoi - Gruppo del Sella
Ale & Andrea

Bella via su ottima roccia con difficoltà abbastanza omogenee ma mai sostenute. Bella giornata di sole ma non propriamente calda. All'arrivo dell'ultima sosta, quella che si fa sulla ringhiera della terrazza del rifugio in vetta al Pordoi, da alpinisti ci siam trasformati in attrazioni circensi sotto gli sguardi ammirati e stupefatti dei turisti di ogni dove che hanno persino voluto fare delle foto assieme a noi...rari esemplari di arrampicatori dolomitici :D


domenica 19 giugno 2011

Primi Sogni

Simpatica e divertente via dalle difficoltà contenute che si sviluppa nell'evidente diedro che sovrasta per un buon tratto la ferrata dei Colodri sopra Arco. Il primo tiro se si è fortunati offre, oltre ad una roccia piena di feci caprine, l'incontro con alcune capre che beatamente stazionano in zona. L'ultimo tiro è sicuramente il più bello anche se io quest'oggi ho apprezzato di più il 3° in quanto mi ha regalato un nuovo friend ed un rinvio :) .

Primi sogni - 190 m - 6a - Colodri
Ale & Andrea

sabato 18 giugno 2011

Impressionato :)

Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Dopo la breve salitina sul Cadin di stamattina, questo pomeriggio mi sono recato, in compagnia di mia mamma - anche se avrei preferito un'altra compagna: mamma non me ne volere :* - al MART di Rovereto per ammirare gli splendidi quadri della mostra sull'impressionismo. Che artisti! Son sempre stato affascinato dall'impressionismo e in particolare da Monet di cui fortunatamente c'erano alcune opere tra cui Lo stagno delle ninfee.

Terminata la parte impressionista siam andati a fare un veloce giro anche nella galleria di arte moderna dove entrambi abbiam saputo, a fatica, trattenere le risate davanti a oggetti che difficilmente possono essere considerati opere d'arte...almeno per dei profani come noi :D

venerdì 17 giugno 2011

On the lake

Tour val d'Adige-valle dei Laghi - Km 110 - dislivello 750 m
Ale & Daniele

Bellissimo giro per passare una mezza giornata sui pedali e andare alla "scoperta" del Trentino centrale. Grazie alla buona rete di ciclabili che offre la zona ed un'accurata scelta di strade e stradine secondarie si riesce a percorrere il giro eludendo il fastidioso e poco rispettoso dei ciclisti traffico automobilistico. Yuppi :)

Baby Jan


Giornata grigia e previsioni con pioggia già verso il mezzodì non ci hanno impedito di salire questa bellissima linea sull'ottimo porfido - che grip!!! - della Tognazza che durante la salita ci ha regalato anche qualche bella visuale sullo slanciato Cimon della Pala che dall'altro lato della valle si erge superbo nella sua veste dolomitica. L'ottima chiodatura a fix rendono la via particolarmente divertente e sicura. Io purtroppo dopo il tiro chiave ho accusato un po' di dolorucci ai tendini del braccio e della spalla sx (ogni tanto si dovrebbe riposare...) e così non mi son goduto a pieno il resto della salite.
Come per magia poco dopo mezzodì, e fortunatamente già in macchina, la pioggia non si è fatta di certo aspettare. Sta volta è andata benone.

Baby Jan - 6c - 230 m - Tognazza - Lagorai orientale
Ale & Claudio, Gabriele & Patrizio

Via del Tunnel

Mercoledì mattina visto il meteo abbastanza promettente ci fiondiamo di buon mattino al passo Costalunga avendo come obiettivo la via del Tunnel sulla Va torre del Masarè al di sopra del rifugio Roda di Vael che, nonostante il giorno infrasettimanale e la non proprio alta stagione, è già gremito di escursionisti più o meno agguerriti. La via con difficoltà contenute ed una buona roccia offre un'arrampicata divertente con un passaggio caratteristico attraverso un'enorme clessidra, il tunnel appunto, da dove con altri due facili tiri si raggiunge la cresta e i numerosi ferratisti impegnati sulla semplice ma molto panoramica ferrata del Masarè.
Ci voleva proprio un po' di emozioni doloMitiche :)

Via del Tunnel - V+ - 180 m - Va torre del Masarè - gruppo del Catinaccio
Ale, Claudio e Francesco

martedì 14 giugno 2011

Ferrata rio secco


Ferrata iperfrequentata questa domenica causa gita del CAI di Padova che ha disseminato un orda di montanari lungo il percorso attrezzato. Meglio così perché "reduce da un matrimonio non avevo per niente voglia di tirare.

XY

Un attacco pascoliano: un cavallo ritorna trainando ansimante e spaventato una slitta vuota. È successo qualcosa, ma cosa?Una donna si sveglia in un lago di sangue e non capisce perché si sia riaperta una cicatrice di quindici anni prima. È successo qualcosa, ma cosa? Un albero avvolto in un cappotto di ghiaccio nel freddo invernale, trasparente ma rosso come "un'immensa caramella Charms". È successo qualcosa, ma cosa? I morti sono dieci (o undici?), i resti sparsi avvolti e coperti dalla neve, otto adulti e due bambini più una cavalla e un cane. Dunque è avvenuta una strage, ma come? perché? a opera di chi? e in questo cosa c'entra la dottoressa che si è fatta ricucire un dito ferito?È un angoscioso crescendo di fatti, di impressioni, di tragedia, di angoscia, di impotenza, di delirio - narrato con la voce parallela della dottoressa (Giovanna Gassion, omonima di Édith Piaf) e di uno dei primi a essere accorsi sul luogo del massacro, il parroco -, questo affascinante romanzo di Sandro Veronesi, che ben si presta a quel lavoro di indagine in rete che è stato composto dalla casa editrice e dall'autore sul sito del libro dedicato.Ambientata in Trentino nel piccolo villaggio di Borgo San Giuda (un nome non privo di implicazioni) la vicenda diventa via via sempre più paradossale e spaventosa e prende una deriva allucinatoria quando si scopre che i passeggeri della slitta morti sono tali per eventi totalmente differenti fra loro e, ancor più incredibile, alcuni per motivi del tutto naturali, apparentemente persino in giorni differenti.Se il Male non è comprensibile si può mascherare con una spiegazione logica. E se il Male si trova fuori ma anche dentro di noi il pericolo è lo sgretolamento delle certezze e una paura indefinita e spaventosa senza scampo. XY insieme sono i cromosomi maschili, ma rappresentano anche la donna (X) e l'uomo (Y). In questo caso sembrano anche voler sottolineare le due versioni, quella scientifica-psicologica e quella spirituale-religiosa di una vicenda di per sé inspiegabile che trascina in un turbine mediatico e in un vortice verso la follia i pochi abitanti di San Giuda.

"-Qual'è la cosa più bella del mondo?
Ed è ovvio che non devo rispondere, ma intanto penso: sciare."

"Un conto è recintare il pollaio e tutt'un altro è prendere la volpe"

mercoledì 8 giugno 2011

Un anno sul Pasubio

La riedizione dell'avvincente racconto di Campana, ufficiale della leggendaria Brigata Liguria, scritto in trincea nel 1917, aggiornato da una traduzione documentata della guerra sul Pasubio e con un rinnovato apparato fotografico. L'intramontabile epopea della lotta tra Alpini e Fanti e Kaiserjäger in alta montagna, tra rocce, neve e valanghe, descritta da una grande penna del giornalismo dell'epoca.

In barba al diluvio



Approfittando del brevissimo spiraglio di bel tempo questa mattina tra un rovescio e l'altro son riuscito a concedermi questo breve ma ripido giretto a cavallo tra la val dell'Adige e la val di Cembra. Sul km al 18% oggi ho faticato davvero troppo..no ghe sen!

martedì 7 giugno 2011

Le beatrici

Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo. Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno "spartito" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione. Tra un monologo e l'altro, sei poesie e due canzoni.

"Son suor Filomena, son buona e cristiana ma se non preghi sta' in campana, suor Filomena ti mena... AMEN... AMEN angramma di MENA..."

La montagna

La natura sta correndo un grosso rischio. Il rischio di piegarsi su se stessa e morire avvelenata come un fiore annaffiato da varechina. L'acido dell'inquinamento, dello sfruttamento, della superproduzione, del consumismo ad oltranza, della conquista dell'inutile, sta intossicando il pianeta. Cercare di opporsi al disastro che si profila è compito di tutti. Questo discorso, fatto a un gruppo di studenti in una vecchia osteria di Erto in ora tarda, è un tentativo di mettere sul chi vive la coscienza dei giovani, perché saranno loro in futuro a proteggere la salute del creato.

Folgaria non s'ha da fare

Ale & Daniele - 70 km - dislivello 500 m

Risolti finalmente i conflitti tra gps e pc posto questo giro fatto più di una settimana fa assieme a Daniele. L'originale idea di andare a fare il giro di passo Sommo (fatto poi con Lorenzo qualche giorno dopo) è stata accantonata causa problemi tecnici alla ruota posteriore, tra l'altro ipercostosa e iperprofessional, di Daniele e quindi giunti a Trento ci siam girati e dopo un breve cambio ruota siam saliti sulla breve ma intensa salita che porta ai Pochi :)

Isola d'Elba




domenica 5 giugno 2011

Rio Secco e monte di Mezzocorona

Monte di Mezzocorona - dislivello 660 m - 28'58"

Ferrata Rio Secco - dislivello 550 - 34'28"

Contro ogni previsione il tempo nel pomeriggio è migliorato non poco e quindi dopo aver salito la ferrata mi son conceduto anche una salitina sul monte con un discreto tempo. Che umidità però...

Ferrata rio secco


Visto il tempo a dir poco non collaborante in questi giorni non mi resta che ritornare agli albori della mia attività in montagna e quindi, sempre animato dallo stesso senso di scoperta, mi avventuro su e giù per la ferrata del "Cadin" per combattere l'inattività. Unico exploit degno di nota della settimana appena trascorsa è stato il giretto in bici con Lorenzo nato così per caso in un breve spiraglio di bel tempo: Casa-castel Beseno-Folgaria-passo Sommo (1343 m)- Carbonare-Vigolo Vattaro-Casa di cui ho innavertitamente eliminato il file gpx. 100 km e 1300 metri di bella salita.

Emmaus

"Siamo molto normali, non è previsto un altro piano che essere normali, è un'inclinazione che abbiamo ereditato nel sangue. Per generazioni le nostre famiglie hanno lavorato a limare la vita fino a toglierle ogni evidenza – qualsiasi asperità che potesse segnalarci all'occhio umano".
Si presenta così il protagonista e voce narrante del libro di Baricco: un romanzo fulmineo, che condensa in 140 pagine di eleganza narrativa, la storia paradigmatica di quattro ragazzi d'oggi; diciottenni aggrappati a una normalità soffocante e sconfortante, che si affacciano all'età adulta divisi tra incrollabili certezze e indecisioni paralizzanti, slanci coraggiosi e paure recondite.
Sono Luca, Bobby, il Santo e l'anonimo narratore: ricordano i "quattro amici al bar" della nota canzone di Gino Paoli ma declinati in versione "religiosa". Al "bar" preferiscono la parrocchia e il volontariato, all'"anarchia e alla libertà" contrappongono un mondo dai "confini fisici molto immediati, e confini mentali fissi come una liturgia". Nel corredo della loro normalità la fede è un lato irrinunciabile ("siamo cattolici – credenti e cattolici"), ma proprio in questo terreno di ordine, tranquillo e apparente, germoglia il seme di una qualche follia, sconosciuta a tutti, persino a loro stessi. Una follia che rischia di farli sconfinare in un mondo diverso, parallelo al loro ma completamente alieno: è la dimensione popolata da "quegli altri", quelli per cui la "chimica della vita non produce formule esatte ma spettacolari arabeschi". Non sono morali, né prudenti, non hanno vergogna, sono naturalmente ricchi e, cosa che li rende davvero diversi, dispongono di destini tragici. Andre appartiene a questa dimensione. Il suo vero nome è Andrea ma è una ragazza: bellissima, senza ostentazione, disinibita, è di tutti e di nessuno, irraggiungibile, segnata irrimediabilmente dalla vita. Come un ciclone si insinuerà tra i componenti del gruppo, dapprima nelle loro menti, poi nei loro cuori e nei loro corpi. In lei si perderanno in più d'uno o tutti e quattro, scoprendo così il vero significato del dolore, del sesso, persino della morte. Tutto quello che è davanti ai loro occhi, ma tuttavia non è visto e capito, potrebbe finalmente rivelarsi nella sua pienezza e verità. Come nell'episodio dei discepoli di Emmaus, il brano del Vangelo preferito dai protagonisti, in cui la natura del Messia si rivela quando lui è ormai svanito.
Parabola di vita, romanzo di formazione, Emmaus segue il percorso di quattro giovani uomini alla scoperta del mondo e di loro stessi, delle loro potenzialità positive e negative, dei labili confini tra perdizione e salvezza. Sullo sfondo gli adulti, i genitori, rimangono figure evanescenti. Solo a tratti escono dal loro torpore per cercare un contatto con i figli, con imbarazzo e quasi con timore. "Non leggono la burrasca in arrivo così li lasciano andare al largo".
Baricco invece ci spalanca le porte delle loro giovani menti e mette a nudo le loro anime acerbe. Le racconta attraverso le loro stesse parole e ci trascina così vicini ai loro cuori che ci sembra di sentirli battere nelle pagine.

giovedì 2 giugno 2011

Corpi senza volto

New England, inverno. Nel chiostro di un convento giacciono due corpi immersi nel sangue. Due suore. Una di esse è stata brutalmente assassinata, l'altra ferita in modo gravissimo. Nessuno conosce le ragioni di un'aggressione così selvaggia. Le suore non sanno fornire indizi ma dall'autopsia della novizia massacrata emerge un altro agghiacciante particolare. Sorella Camille, ventiquattro anni, unica novizia dell'ordine, aveva appena avuto un figlio. Sarà la detective Jane Rizzoli, insieme alla patologa Maura Isles, a indagare sul caso.

mercoledì 1 giugno 2011

Il diritto di non soffrire

La labilità dei confini tra le cure di fine vita ("lasciar morire"), il suicidio assistito ("aiutare a morire") e l'eutanasia ("provocare il morire") non ha permesso finora di affrontare in modo adeguato l'enorme e delicatissimo problema - irto di implicazioni etiche, giuridiche, umane e perfino religiose - di come rispondere a quei pazienti che, affetti da una malattia inguaribile e irreversibile, invocano il "permesso" di morire, o meglio di interrompere una vita "torturata e non più voluta". Umberto Veronesi tratta temi di bruciante attualità, come l'eutanasia e il testamento biologico, presentando le diverse forme di "buona morte" attraverso il racconto di storie eloquenti e strazianti di malati terminali (alcuni molto noti, come Terri Schiavo, Giovanni Nuvoli, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro) a cui è stato a lungo negato l'aiuto che avrebbe consentito di risparmiare loro atroci sofferenze. Tali argomenti vengono analizzati alla luce delle differenti posizioni assunte dai vari paesi del mondo, sia i molti in cui l'eutanasia non è permessa sia i pochi (Olanda, Belgio e Lussemburgo) in cui è stata di fatto depenalizzata, pur rimanendo un atto praticabile unicamente da personale medico e a condizione che si tratti di una richiesta motivata, reiterata e consapevole, ovvero dotata di tutti i requisiti che ne attestino la "legalità".

"Ogni uomo ha diritto di decidere come vivere e come morire."