mercoledì 26 marzo 2008

Cosa sognano i pesci rossi

Ho, da pochi minuti, finito di leggere, sarebbe meglio dire "divorare" il libro "Cosa sognano i pesci rossi" di Marco Venturino, direttore della UTI dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Prestatomi alcuni giorni fa, ho potuto cominciarlo solo ieri in tarda serata.
A dispetto del titolo che potrebbe travisare l'argomento, "Cosa sognano i pesci rossi" è un romanzo in grado di colpire nel profondo il lettore grazie alla sua capacità di conciliare riflessioni sulla vita e sulla morte descrivendo spesso anche la quotidianità a volte superficiale e degradante. Due coetanei 45enni sono gli attori principali dell'opera: Pierluigi Tunesi, amministratore delegato di una grande azienda che dopo un intervento chirurgico mal riuscito si ritrova suo malgrado a cercare di sopravvivere, immobilizzato e reso muto da una tracheotomia, nel reparto di terapia intensiva dove lavora Luca Gaboardi, medico anestesista rianimatore.
Sono loro, rispettivamente il "pesce rosso" rinchiuso nel suo silenzioso acquario e la "faccia verde" che si china su di lui per cercare di aiutarlo nella misura in cui il suo essere medico ma soprattutto uomo gli permette.
Con il suo romanzo, Venturino, regala una fotografia priva di filtri della realtà che si cela nelle terapie intensive descrivendo abilmente ed efficaciemente sia la sofferenza della malattia sia la tacita perseveranza di chi, paziente o medico, crede e lotta per la vita.
Ripensando alla mia brevissima esperienza in UTI, leggendo questo splendido romanzo, ho potuto far riaffiorare le emozioni, le gioie e i dolori che mi hanno accompagnato durante quel percorso.
In alcuni atteggiamenti dello sfortunato Tunesi e di Gaboardi, ho rivisto i miei pazienti, i miei colleghi e ciò è stato spunto per successive riflessioni personali sul rapporto vita/morte.

Un libro che consiglio caldamente a tutti :-).

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