venerdì 29 febbraio 2008

Ricordando il 2007

Il tempo oggi è tiranno e di uscire per fare almeno una corsetta non se ne parla nemmeno! Trascorro un po' di tempo quindi a riguardarmi un po' di foto fatte durante il corso dell'anno appena esaurito.



(Tramonoto sul Dosson di Costalta)


(Salita al Cevedale)


(Il Gran Zebrù e l'Ortles dal ghiacciaio del Cevedale)


(Tramonto sul Carè Alto dalla Val di Fumo)


(Foglie al lago di Tovel)


(Rosa - Nave San Rocco)


(Autunno in val di Tovel)


(Rosa - particolare)


(Tre Cime di Lavaredo dalla Croda del Becco)


(Rosa - Merano)


(Ape)


(L'intruso - Merano)


(Giardino di Merano)


(Baita in val del Laner)


(Tulipani - Merano)


(Tramonto a Malga Pez - Costalta)


(Giochi di luce - Lago di Cei)


(Farfalla- Pregasina)


(Uccello - Val di Sella)


(Rospo - Val di Sella)


(Particolare ala di Gheppio - Lago di Cei)


(Baite in val dei Mocheni)


(Arabba dal Piz Boè)


(Rifugio Sciliar dal Sentiero Massimiliano)


(Nebbie - strada 52 gallerie)


(Val di Funes)


(Lago di Cei)


(Giochi di luce - Val di Fumo)


(Alba - Nave San Rocco)


(Biotopo Laghestel -Pinè)


(Valle d'Adige dalla ferrata di Favogna)


(Lido di Levico)


(Alta via G. Messner - Odle di Ores)


(Gregge di pecore - Val dei Mocheni)


(Panorama dal passo delle Coronelle - Gruppo del Catinaccio)


(Pala di San Martino dalla cima della Fradusta)


(Lago e cimon di Cima d'Asta)


(Salendo al passo di Travignolo - Pale di S. Martino)


(Sasso Rosso e Sasso Rotto da Malga 7 Selle)

mercoledì 27 febbraio 2008

Prozac? No grazie!

Soltanto pochi giorni fa si parlava del numero esorbitante di farmaci che vengono consumati quotidianamente nel mondo! Alcuni giorni fa uno studio condotto di Inghilterra da un gruppo di ricercatori dell'università di Hull (http://www.hull.ac.uk) ha sentenziato che le "pillole della felicità" - così sovente vengono denominati gli antidepressivi Isrs - non hanno alcuna efficacia clinica avendo lo stesso effetto di un placebo. Il professor Irving Kirsh, direttore del dipartimento di psicologia della Hull University, afferma che: " La differenza tra il miglioramento dei pazienti che prendono un placebo e quelli che assumono antidepressivi non è significativa [...] ciò significa che le persone che soffrono di depressione possono migliorare senza bisogno di ricorrere a trattamenti chimici."
Dallo studio pubblicato su PloS Medicine di evince chiaramente che tali farmaci non sono più efficaci dei placebo in tutti i casi di depressione minore e nella maggior parte dei casi gravi.
Le case farmaceutiche, come ovviamente ci si aspetta, preoccupate per gli effetti negativi sul loro introito che questo studio potrebbe prospettare nel futuro prossimo hanno subito smentito tali risultati additandoli come incompleti e superficiali.
A prescindere dalla veridicità dei dati, certo è che questo lavoro produrrà, a mio vedere, un notevole impatto sulla prescrizione di suddette molecole antidepressive.

Per approfondimenti:

Kirsch I, Deacon BJ, Huedo-Medina TB, Scoboria A, Moore TJ, et al. (2008) Initial Severity and Antidepressant Benefits: A Meta-Analysis of Data Submitted to the Food and Drug Administration. PLoS Med 5(2): e45

Laghi di Lamar

Il lago di Lamar - una volta unito al vicino e più profondo lago Santo - in parte celato dalla rigogliosa vegetazione del versante Meridionale della Paganella e alimentato da sorgenti sotterranee, oltre ad essere metà di numerosi turisti nella bella stagione, è stato il mio percorso di training odierno. Partito dalla chiesa di Zambana vecchia mi sono avviato lungo l'irto sentiero - la prima parte è condivisa da chi vuole risalire la val Manara - che attraverso un rigoglioso faggeto porta velocemente a circa 800 m di altitudine per poi con numerosi saliscendi scendere ripidamente verso la conca del lago. Coperto il percorso di andata in meno di 40 minuti, arrivato al ristorante ai Tre faggi - situato ad una decina di metri dal lago - ho potuto godere delle bellissime sfumature di verde che la luce del sole sopra di me stava creando sulla superficie piatta dell'ameno specchio d'acqua. Sovente l'estate salgo di corsa al lago per cercare un po' di refrigerio dalla calura trascorrendo un po' di tempo nell'acqua - il tempo di compiere la traversata longitudinale avanti e indietro - per poi rifiondarmi velocemente in valle. Questi ed altri ricordi tra cui una pazza notte di d'inverno in compagnia di una lei riaffiorano alla mente facendomi sorridere. Il sole ormai sta scivolando verso il riposo illuminando le ardite pareti sovrastanti: è tempo di tornare sui miei passi.
Lungo il rientro incontro un signore di mezza età che sta salendo vestito di tutto punto; mi guarda - io sono in mini pantaloncini da corsa e maglia tecnica - e scuotendo la testa dice:"Allenamento eh?". Rallento un po' il passo, lo guardo anch'io e ridendo gli dico: "Certo, mai zeder...!". :-)

Masaniello - Il Musical

Martedì 26 - Teatro Sociale di Trento - h 20.30

Masaniello - il musical di Tato Russo - narra in modo avvincente e travolgente le gesta - realmente accadute - del povero ma astuto pescatore napoletano il quale il 7 luglio 1647 in piazza Mercato a Napoli organizzò una rivolta contro i banchi delle imposte dando inizio alla serie di eventi che culmineranno pochi giorni dopo con la dichiarazione della Repubblica Napoletana.
Caratterizzato da un cast numerosissimo - circa 50 attori - e da un ottima scenografia, lo spettacolo cantato interamente in dialetto napoletano - per fortuna c'era un pannello con la traduzione simultanea in Italiano altrimenti non si sarebbe capito molto - trasporta lo spettatore nella Napoli del XVII secolo facendolo partecipare agli avvenimenti sopracitati, il tutto accompagnato da un sapiente gioco di musiche e luci.
La cosa che più mi ha colpito è stata la melodia e la musicità che il dialetto napoletano ci offre! Un Masaniello cantato in trentino apparirebbe assurdo.
Consiglio vivamente, a chi appassionato del genere, di andare ad assistere a questo ottimo spettacolo poiché come cita Avvenire: "Masaniello, la storia si fa musical."

Per informazioni: http://www.masaniellomusical.it/

martedì 26 febbraio 2008

Incontri

Stamattina sono andato a Meano dai fratelli Moser - quelli del BSR team - a farmi mettere a posto la bici dato che sabato scorso, dopo la ferrata di Avio, mentre ero in bici con Luca e Daniele mi si è staccato il pedale dalla bici e nonostante fosse stato riattaccato nel garage-officina di Daniele dava nuovamente segni di fuoriuscita. Per collaudare la riparazione mi sono quindi fatto una 50 di km tra la valle dell'Adige e i saliscendi dei Sorni e Pressano. Tutto a posto per fortuna, anche le gambe :-)! Visto che la giornata e la temperatura erano discrete, tornato a casa, ho deciso di sfoderare il completino da corsa primaverile per fare un po' di allenamento sul monte di Mezzocorona. Al parcheggio ho trovato la macchina di Alessio e gli ho lasciato sopra un bigliettino:"chiamare gli amici cuccone?"- tornato a casa ho scoperto che aveva provato a contattarmi ma inutilmente visto che il cellulare era comodamente adagiato sulla poltrona - . Salendo con relativa tranquillità, poco dopo la metà ho avuto la fortuna di scorgere su un tratto ripido di bosco di fronte a me alcuni camosci che, tranquillamente, cercavano qualcosa di cui sfamarsi. Questo fortuito incontro mi ha fatto piacere. Tanto per cambiare la macchina fotografica è a casa :-(.


(Camoscio - Rupicapra rupicapra)
(autunno 2007 - sentiero Massimiliano-Denti di Terrarossa)

Nel ritorno trovo altri due pseudocamosci che soffiando stanno salendo per la seconda volta consecutiva: uno di questi è proprio Alessio il quale mi propone di andare a fare un bel canalino innevato in Vigolana domani mattina. Uffi, domani mattina lavoro. Vabbè, mai zeder...

lunedì 25 febbraio 2008

Falesia di Noriglio

Oggi con Maurizio siamo andati ad arrampicare a Noriglio in Vallarsa. Situato poco sopra il paese di Rovereto, Noriglio grazie alla sua posizione gode di un ottimo clima e riceve il sole per molte ore al giorno. Nel salire alla falesia, prati tappezzati di violette colorano i prati e un po' in anticipo per la stagione in un giardino trova spazio un vanitoso narciso.
Era circa un anno che non andavo ad arrampicare ed ero un po' titubante poiché le ultime volte che ero andato non mi sentivo sicuro nel salire i verticali balzi rocciosi e psicologicamente non ero nelle migliori condizioni. Abbiamo attaccato la parete con tre vie semplici, di lunghezza modesta e seppur con difficoltà a causa del lungo periodo di inattività le ho salite senza troppe fatica.
Gli avambracci erano dolenti ma dal punto di vista psicologico - grazie anche alla sicurezza che mi dava il mio abile assicuratore - stavo bene e l'altezza seppur relativa non mi dava alcun disturbo.
Spostati in un altro settore della falesia, in attesa che le braccia si rimettessero un po' in sesto a causa della sforzo, Maurizio compie alcune ascensioni su vie di 6b con leggiadra maestria per poi lasciarmi salire una bella via di 6a li vicina.


(Maurizio su "Terzo Mondo")

Il tempo di un altro paio di tiri e poi le dita dei piedi costrette a lungo nelle scarpette da arrampicata - rigorosamente 3 numeri di meno - urlavano di dolore costringendoci a tornare verso casa. Nel passare per Rovereto mi passa per la mente di andare a fare un giro in cerca di occhiali da qualche ottico :-) ma poi abbandono l'idea.
Ottima giornata, era tanto che volevo superare la crisi dell'arrampicatore e grazie all'esperienza di oggi vedo che sono nuovamente sulla buona strada. Mai zeder...

domenica 24 febbraio 2008

Ghè da nar

Sto rientrando dalla gita odierna sulla neve e scendendo dalla macchina mi accorgo che nonostante l'ora e la stagione è insolitamente caldo. Non si può non approffitarne: ghè da nar! Sento al volo Daniele chiedendogli se vuole venire a correre: mi dice di no :-). Niente paura, mi infilo la tutina da runner, I-pod a coprire i pertugi auricolari, gilet ad alta visibilità perché tra poco è buio e via di corsa con l'idea di andare almeno fino a Grumo. Fa proprio caldo e il lieve venticello che si è alzato è un vero toccasana! Accompagnato da brani fusion, metal e jazz che aiutano in parte a distrarti dalla fatica supero velocemente Grumo e continuo fino al ponte successivo. Non sono per niente stanco ma, visto che la notte ormai sta spodestando il giorno e che il frontalino questa volta non me lo sono portato appresso, decido di tornare sui miei passi dirigendomi verso casa. Mai zeder...

Con la slitta in val Sarentino

h 7.30 sono al parcheggio del Lele che aspetto Luca perché oggi si va a slittare in val Sarentino. A noi si aggregano Carlo, Paola, Monica e el Botte! Dato che nel parcheggio non ci sono - siamo un paio di minuti in ritardo - li troviamo a fare colazione al bar e con insistenza li incitiamo a partire - come direbbe qualcuno: ghè da nar! - perché la giornata si prospetta fantastica e non vogliamo perderne nemmeno un minuto.
Arrivati a Bolzano imbocchiamo la val Sarentino che, se nel primo tratto è stretta, impervia e rocciosa, dopo pochi km si apre con uno splendido panorama caratterizzato da verdi prati, masi di montagna e splendide cime innevate che si fondono con l'intenso azzurro del cielo.
Parcheggiato a San Martino noleggiamo le slitte - sempre più esosi diventano questi noleggiatori - e dopo aver preso lo ski pass - forse potremmo chiamarlo slitta pass - ci fiondiamo in cabinovia salendo velocemente ai quasi 2500 m dell'arrivo. Il panorama è stupendo e, nel vedere tutte quelle cime innevate e con dolci pendii, quasi mi pento di essere venuto con la slitta lasciando a casa pelli di foca e sci.
Con Carlo, memori delle precedenti slittate, ci accorgiamo che qualcosa è cambiato notando un nuovo tunnel dove una volta cominciava la pista - per aumentare le loro rendite, questi impiantisti sono sempre disposti a rovinare la montagna :-( - ma presi dall'entusiasmo ci lanciamo in picchiata lungo il percorso senza pensarci più di tanto. Saliamo e scendiamo divertendoci alcune volte prima di accorgerci che il sole e il caldo stanno esercitando un effetto negativo sulla neve, sciogliendola a vista d'occhio e rendendo insidiosa, a causa della formazione di dossi, la discesa. Dopo un altro paio di discese visto che la situazione non tende, come ovvio che sia dato che è quasi mezzogiorno, a migliorare decido di abdicare e giunto alla stazione superiore della cabinovia trovo una comoda panchina e la faccio mia rimanendo a petto nudo e assumendo pose da lucertola. Rimango li, a tratti sonnecchiando a tratti chiacchierando con gli altri, a ricevere il bacio caldo del sole per circa 3 ore e quando riesco a vedermi allo specchio mi accorgo che sono tutto rosso - sarà timidezza :-)? - ed assomiglio ad un pomodoro maturo. Verso le 16.30 decidiamo di prendere la strada del ritorno con il proposito di andare a bere una cioccolata calda al Serafini. Troppo pieno in gelateria, si va al Sartori's e con Carlo, dopo breve meditazione, aboliamo l'idea della cioccolata concedendoci un bicchiere di sane bollicine bionde. Ci salutiamo e ognuno ricomincia a seguire il proprio percorso. Bellissima giornata!

A mezzanotte sono a dormire

"A mezzanotte sono a dormire" e "stasera non ho tanta voglia di uscire" sono affermazioni che con il tempo ho deciso di abolire in quanto sovente, dopo averle dette, mi capitava di arrivare a casa ad orari impensabili e in condizioni non del tutto ottimali. Ad oggi esco e non mi faccio più propositi: colgo quello che la serata offre. Perché questo discorso? Ieri, ci siamo trovati al Lele con i compagni di avventura per rinfrescare le nostre coronarie - chi sa capisce - e per fare due chiacchere in allegria. Luca, che la sera prima aveva fatto notte brava con gli ex compagni di superiori, ben sapendo che il giorno seguente avrebbe dovuto alzarsi presto per venire a slittare con noi ha esordito con una di queste frasi... E' andato a letto alle 04.00 :-).
Dopo la sosta al Lele ci siamo diretti al Sartori e li abbiamo incontrato suo fratello - quello giovane - il quale bisognoso di soffocare le paturnie amorose se la spassava ingurgitando voracemente svariate quantità di alcolici :-(.
Da buon fratello, Luca ha sostenuto Marco, facendogli compagnia con bicchieroni di Montenegro che pian pianino conducevano verso il letargo i suoi mirabili neuroni e al contempo mandavano in fumo i propositi di andare a dormire presto. Io, che bevevo deliziose acqua e menta, me ne sono sentite di tutti i colori perché: "No l'è roba da far, bever acqua e menta" e perché: "Sa fat su quel sgabel, vei zo!".
Mentre tutto ciò avveniva altri due aneddoti sono degni di nota:
  • Daniele ha conosciuto Francesca e ho visto nei suoi occhi quello strano luccichio...dai si capisce quale senza che stia qui a spiegarlo :-)))
  • Io ho fatto la mia bella figura visto che mi hanno detto che dimostro 20 anni :-)))... altro che crema antirughe!
E' stata una serata divertente!

sabato 23 febbraio 2008

Ferrata Gerardo Sega

Le idee migliori nascono sempre di notte! Anche ieri sera erano più o meno le 23.30 quando con Daniele abbiamo deciso l'itinerario per l'escursione di oggi. Varie erano le proposte messe in campo ma, alla fine la scelta è ricaduta sulla ferrata Gerardo Sega.
La G. Sega è una via ferrata non troppo impegnativa che si sviluppa in un ambiente solitario e selvaggio sovrastato da imponenti pareti rocciose. Queste pareti slanciate chiudono la sottostante valle dei Molini che, dal paese di Avio offre una via di accesso ai declivi orientali del Monte Baldo.
Partiti di buon mattino arriviamo al parcheggio dove comincia il sentiero che porta al santuario della Madonna della Neve. Partiamo agili e in poco meno di mezzora percorriamo il ripido sentiero arrivando alla base della cascata Preafessa; qui tra foglie rinsecchite e tratti di ruscello ghiacciato scorgiamo gli inequivocabili segni dell'arrivo della primavera con i primi bucaneve e numerose primule.


(Bucaneve-Galanthus Nivalis)


(Primule - Primula Vulgaris)

Il tempo di qualche foto e poi saliamo spediti verso l'attacco della ferrata.


(Si lo so il video è storto...mea culpa)

La via comincia con una scala metallica che porta ad una stretta cengia dominata da rocce giallastre alte e strapiombanti per poi proseguire tra tratti di bosco - tappezzati di cespugli di erica - e salti di roccia fino ad arrivare sul culmine del Coalaz.


(Io sulla prima cengia - foto di Daniele)


(Daniele su un facile balzo roccioso)


(Io su facile tratto - foto di Daniele)

Avanziamo spediti per tutto il tempo anche se il caldo, improprio per questa stagione, ci attanaglia. Arrivati sulla cima, con comoda mulattiera a tratti innevata, attraversando prati alpestri giungiamo alla chiesetta della Madonna della Neve. L'aspetto sportivo ovviamente non poteva essere trascurato!




(Prati alpestri testimoni di vecchie glorie)

Nel prato che circonda l'edificio, cercando qualche bel fiorellino da fotografare il mio occhio cade su una punta violacea celata dalle foglie; con delicatezza sposto le foglie e come per magia spuntano due bellissimi crocus: uno viola e uno bianco!


(Crocus -Crocus Vernus)

Dopo una breve sosta ristoratrice, scendiamo nuovamente verso la valle dei Molini attraversando una stretta e fredda valle dove l'inverno la fa ancora da padrone: qui, neve e ghiaccio resistono agli attacchi del caldo e non curanti della stagione che pian pianino sta arrivando si mostrano a noi con lunghe colate glaciali dalle pareti sovrastanti. Usciti da questa finestra d'inverno in meno di un quarto d'ora siamo di nuovo alla macchina e felici ci tiriamo verso casa! Mai zeder...:-)

venerdì 22 febbraio 2008

A caccia di primule

Oggi, dato che Maura aveva impegni lavorativi e la giornata non era delle più limpide, ho deciso di abbandonare l'idea di andare a Racines in solitaria a sciare. Nella mattinata ho quindi dedicato un po' di energie alle faccende domestiche.
Nel pomeriggio, dopo la sessione di allenamento attraverso il burrone di Mezzocorona in compagnia di due atletici Lavisani - il collo ad Alessio l'ho tirato pure oggi :-) - mi sono spinto di buon passo nei boschi sopra Pressano alla ricerca di qualche scatto naturalistico. Il sole ormai stava calando dietro la Paganella ma mi ha ugualmente permesso di sfruttare la dolce e calda luce di fine pomeriggio. Finalmente sono riuscito a fare qualche foto alle primule.