sabato 31 gennaio 2009

Ferrata rio secco

Con i due biani breve giro sulla ferrata del Cadin in questa giornata che a breve promette neve. Non mi aspettavo la piccola cascata alla fine della ferrata e tanto meno prevedevo che qualcuno decidesse di arrampicarci sopra.

venerdì 30 gennaio 2009

Verticali

Chaterine Destivelle a 25 anni è entrata nel mondo della competizione dove ha ottenuto più volte il titolo di campionessa mondiale di free climbing. Unica donna ad aver superato un ottavo grado in falesia, la Destivelle ripete il pilone Bonatti del Petit Dru e poi apre in solitaria una nuova via, scala in diciassette ore la mitica parete nord dell'Eiger, prova l'ebbrezza degli ottomila raggiungendo la vetta dello Shishapangma, va in Antartide. Alpinista, fisioterapista e mamma, la Destivelle racconta in questo libro l'equilibrio perfetto che è riuscita a raggiungere, facendo della montagna e dell'alpinismo la sua grande passione, ma senza rinunciare a vivere "una vita normale".


"Le grandi pareti, le cime mi fanno sognare e provo sempre la stessa eccitazione all'idea di lasciar sbocciare in me un nuovo progetto. Rivivendo, nel raccontarle, alcune delle mie ascensioni, ho ritrovato in me i ricordi di momenti emozionanti, di piaceri intensi, talvolta di sofferenza, di stanchezza, di rabbia, di dubbio. Non saprei dire con precisione cos'è che mi spinge a cercare queste situazioni, a legare così strettamente la mia vita alla montagna. Per me c'è qualcosa di naturale in tutto ciò. La montagna mi consente di esprimermi. Riempie la mia vita senza diventare un ossessione. Ho avuto la fortuna di beneficiare di un ambiente e di circostanze che mi hanno aiutato a realizzare i miei sogni. Ora tocca a me restituire a quanti mi circondano quello che ho ricevuto."

mercoledì 28 gennaio 2009

L'ultima camel blu

«Ne mancano tre, due uomini e una donna.» La seconda indagine di Nanni Settembrini, guida alpina e capo del Soccorso alpino di Courmayeur, comincia il giorno di ferragosto di una lunga estate calda, con i ghiacciai che sciolgono, le pietre che cadono e il cielo implacabilmente blu. Mentre le guide festeggiano arriva la notizia che tre alpinisti sono scomparsi sul Monte Bianco. Settembrini mette in moto la macchina dei soccorsi, ma dopo una doppia ricerca infruttuosa è costretto ad affidarsi all'intuito e alla fortuna, che lo guidano tra le vertigini del Grèppon e del Dente del Gigante, fino alle lame di granito delle Aiguilles. Anche se le statistiche e il buon senso suggeriscono che non c'è più niente da fare, il "torinese" continua a sperare perché sa che le persone, qualche volta, sono più straordinarie delle montagne

martedì 27 gennaio 2009

Montagne di ricordi

Questo  libro contiene non solo il racconto affascinante - talvolta mozzafiato - di una serie di avventure alpinistiche, ma che la storia privata di un uomo, la scoperta delle sue sensazioni più intime e toccanti, delle ansie anche, che lo hanno accompagnato nel corso di tante spedizioni.
Non è solo la descrizione tecnica delle sue imprese, delle difficoltà ambientali o sportive, con la carellata di immagini, di culture, di incontri avuti in giro per il mondo. E' anche il racconto senza veli di emozioni sconosciute, di motivazioni più o meno consapevoli, di una maturazione umana e culturale. Perforando la scorza dura dell'alpinista, filtrando da queste pagine parole sincere e appassionanti, che raggiungono il lettore con forza di vibrante spessore, a tratti poetica.
Scorrono sotto gli occhi le tappe importanti di tutta una vita spesa nell'amore per la natura, e nella quale soprattutto due attività sono state protagoniste: l'alpinismo e il volo. Partendo da una piccola città dell'Italia centrale, in cui l'alpinismo non aveva tradizioni elevate - specialmente se comparato a quello alpino-.
Alberto Bianchetti ha conquistato via via traguardi sempre più importanti: dal Terminillo all'Appennino centrale, dalle Alpi all'Himalaya, dalle Ande al Polo Nord.

lunedì 26 gennaio 2009

Val Scura

Domenica 25

Il pericolo valanghe è piuttosto elevato in questo week end e alcune valanghe hanno investito pure "sicure" piste da sci in val di Fassa quindi la pratica dello scialpinismo, per quanto mi riguarda può essere rimandata sicuramente di qualche giorno. Ecco allora che nasce l'idea di percorrere la selvaggia val Scura che, dall'abitato delle Lochere, poco dopo il ristorante alla Vedova, sale selvaggiamente verso la piana di Monterovere.


(L'ingresso della Val Scura)

(Guadando il torrente)

(Maxi)

Assieme a Daniele, Luca, Maxi e Norberto risaliamo senza fretta buona parte della valle attraversando più volte lo spumeggiante rio e, con l'ausilio di qualche tratto attrezzato - ghiacciato - ci alziamo progressivamente di quota. 



(Colate glaciali)

(Norberto)

(Luca)

(Daniele)

(Norberto)

(Luca prima del facile canlino)

(Val Scura)

(Norberto e Luca mentre attraversano il rio)

A circa metà valle, le condizioni del terreno impongono la calzata dei ramponi e l'ausilio della picozza. Brevi canalini in parte rocciosi e in parte ghiacciati ci accompagnano fino alla testata della valle dove, dopo aver attraversato un breve tratto boscoso giungiamo a delle deliziose baite semisepolte dalla neve.  


(Maxi)

(Daniele e Luca)

Raggiunta la strada che porta al mitico Menador - salita rinomata tra i ciclisti -il pizzo di Levico, detto anche cima Vezzena, appare al di sopra degli alberi con i ruderi del forte che, dalla sua sommità, invita a riflettere sui tragici avvenimenti della I guerra mondiale.

(Pizzo di Levico)

(Marzola e lago di Caldonazzo dal Menador)

(Pizzo di Levico dalla Valsugana)
Mai zeder...

giovedì 22 gennaio 2009

Monte Cauriol 1916

Migliaia di uomini nella prima guerra mondiale sono caduti per il possesso di una cima impervia, pochi di metri di roccia atti a dare l'impressione di una vittoria. Impressione illusoria poiché subito un'altra vetta sbarrava il cammino e altro sangue sarebbe stato versato per la sua conquista o difesa. Monte Cauriol e le successive battaglie per la conquista del Cardinal e della Busa Alta sono fatti bellici tra i più dolorosi di questa guerra fra le aquile. In questo breve libro di Aldo Zorzi (gestore del rifugio Cauriol fino agli anni 90), rivivono i sanguinosi eventi del 1916, entrati nella cronistoria bellica, scolpiti nella storia degli alpini e dei Kaiserjaeger.


(Passo Sadole, visibili i resti del comando austriaco)

Verla d'inverno




martedì 20 gennaio 2009

Spedizioni

Appunti di viaggio, sparsi su diari improvvisati in parete e note compilate su fogli occasionali, sono stati riuniti in quello che può essere considerato un lungo e appassionante racconto di formazione di un alpinista. L'autore conosce molto bene le alpi e in particolare le vette del Trentino. La sua attività si è spinta anche oltre i confini di "casa": dalle granitiche pareti degli Alti Tatra (Slovakia), agli Alti Tauri (Austria), dai monti della Spagna, Tenerife e Capo Verde, al monte Olimpo (Grecia) e al Kilimanjaro (Tanzania). Nell'autunno del 1992, l'autore ha partecipato alla spedizione internazionale himalayana al Manaslu (8.163 m.). In questo libro Corradini, socio accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e membro della Commissione Centrale per le pubblicazioni del Club Alpino Italiano, mette mano alle pagine della sua vita sulle montagne del mondo. Le sfoglia, torna indietro come a riguardarle e ne trae una suggestiva antologia.


"Ma la montagna è ancora là e le persone, nella loro breve esistenza, possono anche ritornare più volte negli stessi posti."

lunedì 19 gennaio 2009

Verso l'Hoabonti

Domenica 18





Già prima dell'alba il tempo faceva un bel po' schifo e quindi l'idea di salire quella splendida cima che è il Monte Croce è stata surclassata da un più vicino e meno impegnativo - anche in termini di tempo - Hoabonti, portando così a  termine il periplo di cime di quella zona di Lagorai.
Nonostante il tempo, il parcheggio alle pozze era gremito di scialpinisti e ciaspolatori che lentamente si incamminavano nelle più disparate direzioni. 
Con Luca e Michele, inforcati gli sci, abbiamo cominciato a salire verso la val d'Ilba proprio mentre un timido sole cominciava a farsi strada tra le grigie e minacciose nuvole che coprivano l'intera catena di cima 12.


(Luca e Michele)

(Michele)

(Valsugana coperta dalle nuvole)

(Luca alla testata della val d'Ilba)

Il miglioramento tanto sperato non è però avvenuto ma, in compenso, un delizioso vento gelido ha cominciato a soffiare insistentemente proprio all'inizio della valle portando con se dense nuvole che pian pianino hanno cominciato a limitare sempre più la visibilità. 
Più in alto, dove la traccia a sinistra comincia a salire verso l'Hoabonti mentre a destra si porta sul Colà, la nebbia è talmente fitta che non si vede a un metro di distanza...breve scambio di opinioni: nen nen nen en zo però!, l'Hoabonti sarà per un altra volta.
Tolte le pelli comincia pure a nevicare...
Che tempo :-(

4 mesi in cima al mondo

In queste pagine si raccontano le indimenticabile giornate che, nel 50enario della prima salita al K2, hanno visto, capitanati da Agostino Da Polenza, un nutrito gruppo di alpinisti salire la cima dell'Everest e del K2 nell'arco di soli 4 mesi. 
Lunghi trekking di avvicinamento, la lotta contra il freddo ed il vento, la fatica, la tenacia e la solitudine, i fallimenti ed i successi sono il filo conduttore di questo libro divorato in soli due giorni. Accanto allo spirito d'avventura, numerosi sono i riferimenti alla parallela attività scientifica svolta durante questi giorni sulle due cime più alte del pianeta.
Un bel libro :-)

"Perché aiutare un bambino a realizzare i propri sogni è la soddisfazione più grande che un uomo possa provare."


...di corsa un po'...


Un classico giro d'allenamento che però, vista l'assenza di performance podistiche negli ultimi tempi, ha rimesso in movimento alcuni muscoli sopiti.
Mai zeder...

venerdì 16 gennaio 2009

Lineamenti di Neuropsicologia Clinica

Il libro offre gli elementi fondamentali per lo studio della Neuropsicologia. Particolare attenzione è stata data all'osservazione clinica e ai metodi per la valutazione formalizzata dei disturbi neuropsicologici, delineando in tal modo il percorso di valutazione diagnostica, anche in vista della successiva riabilitazione.
Certamente non un libro da leggere la sera prima di andare a dormire. Richiede calma, attenzione e concentrazione. 

giovedì 15 gennaio 2009

Amore di confine

I capitoli  in cui è diviso il libro sembrano scandire i momenti di un'autobiografia: la prigionia nei campi di lavoro nazisti narrata con attenzione al fiorire della solidarietà anche nelle circostanze più drammatiche; il ritorno a casa e il lavoro come avventizio al servizio catastale, esemplare microcosmo di contadini e montanari, dove è possibile seguire sulle mappe e sui documenti l'intreccio delle varie vicende familiari; la vita quotidiana al paese, con i suoi personaggi salienti.
 Il titolo allude sia alla particolare posizione geografica di quel crocevia di genti, di lingue ed esperienze, che a quello speciale momento che è caro all'ispirazione dell'autore: il trapasso struggente di età e stagioni, che ogni anno trova la sua dimensione poetica nel disgelo.

"Questa, -disse - si chiamerà per sempre fontana Ida e non più acqua dell'Orsara." [...] "Gli anni, i geli e i disgeli hanno sgretolato quella prima fontana; quest'anno gli operai forestali l'hanno ricostruita, è ancora chiamata FONTANA IDA ma più nessuno si ricordava perché."

Robin Hood - il musical.

In compagnia di Elena, in uno stracolmo teatro Sociale di Trento, a vedere questo divertentissimo e grande musical.
Robin Hood il musical racconta la leggenda di quell’eroe le cui avventure, da 800 anni, si tramandano di foglia in foglia, di cantore in cantore, lasciando ai secoli il compito di affinare questa storia antica.
Lo spettacolo è la nuova celebrazione della leggenda di Robin Hood, attraverso la rivisitazione della storia tradizionale all’interno di un contesto creativo dove l’idea è dare più livelli di lettura a un pubblico il più eterogeneo possibile. E' stato costruito il carattere dei personaggi e di quel linguaggio visivo chiamato “spettacolarizzazione”, attingendo dalla simbologia delle favole in quel connubio di magia e intreccio, tipicamente disneyano. In una grande scena che incanta e che attraverso i suoi meccanismi stupisce, vediamo muoversi le maschere di Fra Tuck, di Little John, della simpaticissima Tata, dell’improbabile re Giovanni, del crudele Sceriffo e dei nostri eroi positivi Marianna e Robin, senza dimenticare Nuvola: una sorta di nodo tra il passato di Robin e l’eroe che conosciamo.

(Ph- Federico Riva  2008)

(Ph- Federico Riva  2008)

(Ph- Federico Riva  2008)

Avventori, banditi, popolani, dame, ancelle, servitori, ci accompagnano in questa bella avventura che racconta, anche, come e perché un uomo può diventare un eroe.

lunedì 12 gennaio 2009

ALP - photostory

Dall'editoriale:" [...] Questa sulla fotografia di montagna. Un passaggio ineludibile nella raffigurazione di quell'immaginario, oggi più che mai presente nelle nostre quotidiane visioni. Con questo fascicolo, curato da Marco Scolaris, abbiamo voluto sì offrire delle suggestioni estetiche, ma insieme, e soprattutto, raccontare che cosa è cambiato con il passaggio dalla pellicola al digitale, che cosa è successo di tanto rivoluzionario in questi anni - poco più di una decina - segnati dalla veloce e inarrestabile corsa tecnologica di una contemporaneità sempre già “post” se stessa. [...]".

Oltre a immagini stupende offerte dai guru della fotografia di montagna, questa graziosa monografia offre un breve excursus storico su materiali e tecniche dagli albori ad oggi per poi concludere con qualche consiglio per i fotografi in erba più o meno esperti che siano. 
Un piccolo volumetto che, nella biblioteca del fotografo/amante della montagna, non deve proprio mancare.

Nel cuore del Catinaccio

Sabato 10

Giornata spettacolare, temperatura ideale, ottima compagnia per questa bellissima gita con gli sci nel gruppo del Catinaccio.





Dopo aver raggiunto, non senza alcune difficoltà, il rifugio Ciampedie con la funivia che parte da Vigo di Fassa, assieme a Alan, 2 Luca sci muniti, Daniele e Norberto su ciaspola, ci siamo incamminati verso un'imbiancata valle del Vajolet. Dal Gardeccia, la parete sud di cima Catinaccio imbiancata sembra ancora più imponente e più slanciata mentre poco dietro, fanno capolino, anch'esse imbiancate, le esili cime delle famosissime torri del Vajolet.

(Cima Catinaccio, torri del Vajolet e dirupi del Larsec dal Ciampedie)
(Dal Gardeccia verso cima Catinaccio)
(El Stolz e Norberto)
(Torri del Vajolet)

(Valle del Vajolet)

Il percorso in salita, agevolato da una comoda traccia, dopo una breve sosta al rifugio Vajolet, ci conduce verso la testata della valle e qui, mentre il gruppo prosegue al centro della valle, io preferisco seguire il sentiero estivo così da poter carpire qualche suggestivo scorcio.


(Luca e Norberto nella valle del Vajolet)
(Catinaccio d'Antermoia)
(Geometrie nevose)

(Valle del Vajolet)

Arrivati al principe, dopo alcune pause vescica del Stolz, Norberto e Daniele ci abbandonano - il giro integrale con le ciaspole è improponibile, e così, mentre loro due cominciano la discesa, noi riprendiamo la salita verso il passo di Antermoia compiendo numerose e ripide zeta. 



(Le Z per il passo d'Antermoia)

(Scialpinisti e ciaspolatori)

(Passo Principe e rifugio)

Dal passo, ove togliamo le pelli, la vista sulle cime circostanti è davvero emozionante e, se il percorso non fosse ancora lungo, sarebbe doveroso spendere un po' di tempo in contemplazione. 


(Luca al passo d'Antermoia)

Ghè da nar...scendiamo in una splendida neve nella valle d'Antermoia e, dopo aver attraversato il lago omonimo, nei pressi del rifugio, sovrastati dalla Croda del Lago, riprendiamo la salita che ci permetterà di scollinare riuscendo così ad entrare nell'alpestre val Duron. Frattanto, il sole pian pianino va scemando colorando prima di tonalità gialle e poi via via rosa i massicci del Sassolungo, del Sella e della Marmolada solo per citare i più noti. 


(Nei pressi del rifugio Antermoia)

Giunti in val Duron, non paghi delle fatiche compiute, completiamo il giro, prima dell'ultima discesa facendo fondo per circa 2 km; dietro a noi, nei pressi del rifugio Alpe di Tires, i Denti di Terra Rossa, complice il tramonto, sembrano prender fuoco.


(Tramonto sul Gran Vernel)

Dopo quasi 7 ore e mezzo siamo finalmente alla macchina...non ci resta che andare a recuperare l'altra nel parcheggio della funivia.
Mai zeder...