sabato 28 marzo 2009

In nome della Madre

L'adolescenza di Miriam/Maria smette da un'ora all'altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c'è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. L'amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt'altro. Miriam/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille.

Sulle tracce di Nives

Nives Meroi è un'alpinista che ha cominciato una gara appassionante: in competizione con una spagnola, vorrebbe diventare la prima donna a conquistare tutti e quattordici gli Ottomila del mondo. Nives scala con suo marito e con un giovane fotografo, senza portatori d'alta quota, senza usare ossigeno. Il loro rapporto con la montagna è di assoluta purezza. Erri De Luca, anch'egli arrampicatore appassionato, è amico di Nives e la segue da tempo nelle sue imprese. Fin dove può. Sotto la tenda, durante una tempesta, Erri e Nives parlano. Della montagna, della sfida, della fatica, della vita.

"Alla parola progresso riconosco il solo valore di risparmiare energia. L'aratro, la ruota, gli utensili, questo hanno ottenuto. La cosa strepitosa della nostra specie è che le macchine del progresso, del risparmio di sforzo, non sono state usate per avere poi più tempo libero, anzi per aumentare il prodotto del lavoro. [...] La nostra specie accumula progresso ma non sollievo."

Rossella
























Foto da laurea ;-)


(Elena e Michele alla proclamazione)

(Stefano)

(Lorenzo)

(Daniele)

(Norberto)

(Maura)

(Bruna e Libera)

(Valentina)

(Maura e Lorenzo)

(Norberto)

(Lorenzo)

(Nicola)

(Elena e Valentina)

(Maura e Valentina)

(Stefano e Valentina)

venerdì 27 marzo 2009

Complimenti...

24 in una Verona un po' grigia e un po' fredda  finalmente si laurea Elena :-) :-) :-).
A breve un'altra infermiera - e che infermiera :-) - entrerà in azione ;-).
Alla neolaureata vanno i miei più sinceri complimenti!!!!


(La LAUREATA)

(Elena con la sua relatrice)

(Elena con Gianni e Annisa)

(Elena con gli zii)

(AlterElena)

(Cominciano gli scherzetti eh eh)

(Elena e le pinne :-D)

(Elena)

(Io e Elena)

(Elena con la famiglia)

(Foto di gruppo)

(Elena e Luca)

(Elena e Valentina)

(Elena e Norberto)
(Elena con Norberto, Bruna e Maura)

(Elena e Lorenzo)

(Tre F...)

lunedì 23 marzo 2009

Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile

Il libro tratta delle vicende delle sfortunate spedizioni all’Everest del maggio 1996. Circa quattrocento alpinisti assediavano la montagna in quel periodo, e una cinquantina di essi facevano parte di due spedizioni commerciali, che tentavano la via classica della cresta Sud-Est dal ghiacciaio del Khumbu. Si tratta della via dei primi salitori del 1953, Hillary e Tenzing. La spedizione commerciale cui apparteneva Bukreev, con a capo l’americano Scott Fischer, era quella di Mountain Madness; l’altra spedizione, di Adventure Consultants, aveva a capo il neozelandese Rob Hall. I morti sono stati sei: uno sherpa durante l’installazione del Campo 3 per problemi di adattamento alla quota, gli altri cinque per il maltempo; tra questi due clienti, una guida e i due capispedizione. La tragedia è avvenuta durante la discesa dalla vetta al Campo 4 del Colle Sud. Coautori diEverest 1996 sono Anatolij Bukreev, guida di punta della prima spedizione, e G.W. De Walt, scrittore e regista specializzato in inchieste e interessato ai rapporti tra uomo e ambiente. Lo stesso De Walt ha condotto le interviste e ha raccolto le testimonianze delle guide e di altri partecipanti. Il libro è un resoconto probabilmente molto aderente ai fatti reali: si coglie la determinazione e la volontà di descrivere unicamente ciò che è accaduto. Il racconto, più gaio e disinvolto nella prima parte, che tratta dei preparativi, si fa via via più stringente e puntuale nei capitoli che descrivono la salita alla vetta, e diventa quasi ossessivo nella descrizione della discesa e dei tentativi di salvataggio dei dispersi. Come Bukreev afferma più volte, in condizioni così estreme i margini di sicurezza sono quasi inesistenti. Nessuna guida, quindi, per quanto capace, può essere in grado di garantire la sicurezza dei clienti. Questa è la risposta di Bukreev ad Aria sottile, di Jon Krakauer, in cui vengono descritti i medesimi avvenimenti da un’altra angolazione. Nel libro di Krakauer non viene riservata una trattazione leale al comportamento di Bukreev in occasione della tragedia, né si tengono in opportuna considerazione le sue testimonianze. Anzi, quasi si insinua che non abbia dedicato sufficienti cure e attenzioni ai suoi clienti. Proprio lui che ha effettuato, da solo nella notte e nella bufera a 8000 metri, il salvataggio di tre clienti dispersi. Krakauer era un cliente della seconda spedizione, ed era stato inviato come giornalista dalla rivista "Outside". Si è senza dubbio lasciato prendere la mano da interpretazioni retrospettive degli avvenimenti, forse anche facilitato dai ricordi viziati a causa dello stato di ipossia indotto da quelle quote. In Aria sottile la vicenda è trattata come in un romanzo, in cui è bene ci siano tutti gli ingredienti per non deludere le aspettative del pubblico: i buoni, i cattivi, la tragedia, i morti e i sopravvissuti.

sabato 21 marzo 2009

Via del 46° parallelo

Sabato 21

Il vento che ha caratterizzato il giorno precedente ha finalmente perso un po' di intensità e quindi assieme a Daniele e Luca partiamo allegramente verso le placche zebrate di Pietramurata per salire la via 46° parallelo. Questa via, la prima aperta sulle placche, è una semplicissima salita di III grado con un paio di passaggi di IV: visto che per Luca era la sua prima esperienza su vie di più tiri la scelta si è rilevata più che adeguata. 


(Daniele)

(Io e Daniele in sosta)

(La Rocca e Cima Alta)

Così, mentre il sole pian pianino si allontanava dalla parete, noi in maniera molto divertente e senza preoccupazioni particolari, salivamo un tiro dopo l'altro i 200 m di via.


(Luca e Daniele)


(Serial climbers)

Mai zeder...