domenica 28 giugno 2009

Presanella scivolo nord

Sabato 27



Con Mirco partiamo da casa verso mezzanotte e ci dirigiamo nell'alta val di Sole con meta il vecchio forte dei Pozzi Alti situato sopra Stavel che si raggiunge con una stretta e scomoda carrozzabile che ripida ripida sale in uno splendido bosco.
Verso le due armati di frontalini e con gli zaini carichi di tutto il necessario cominciamo a risalire il sentiero che in meno di un'ora ci porta al rifugio Denza; assieme a noi salgono anche 4 ragazzi del mantovano che più fortunati di noi, hanno potuto dormire un po' in tenda.

(Mirco sul ghiacciaio)
(Alpinisti sul ghiacciaio)
(Crepaccio)
(Mirco sul ghiacciaio)
(Alba sul ghiacciaio della Presanella)
(Alba sul ghiacciaio della Presanella)
(Alba sul ghiacciaio della Presanella)
(Alba sul ghiacciaio della Presanella)
(Mirco)
(Montagne all'alba)
(Alba sul ghiacciaio della Presanella)
(Alpinisti mantovani)

Dopo aver aspettato un po' che il giorno lentamente facesse capolino, alle 4 circa ci incamminiamo verso il soprastante ghiacciaio che con una marcia di più di due ore tra enormi e profondi crepacci ci porta all'attacco dello scivolo.

(Lo scivolo nord)
(Sullo scivolo)
(Sullo scivolo)
(Sullo scivolo)
(Parte alta dello scivolo)
(Mirco in uscita dallo scivolo)
(Mirco in uscita dallo scivolo)


La salita, lunga circa 500 m e con pendenze fino ai 60° avviene quasi senza inconvenienti e in circa 3 ore sbuchiamo sulla sommità della Presanella che purtroppo, durante la salita, è stata avvolta da grige nubi che non lasciano presagire nulla di buono :-(.

(In vetta)
(In vetta)
(Alpinisti sulla normale sotto cima Vermiglio)
(Ghiacciaio dell'Adamello)
(Ghiacciaio dell'Adamello)
(Mirco scendendo dalla normale)
(Io scendendo dalla normale)

Di li a poco infatti comincia a nevicare ma noi, appagati dalla salita, non ci lasciamo intristire e così allegramente cominciamo la discesa sulla lunga ma facile normale che ci riporta verso valle.

(Scendendo dalla normale)
(Rifugio Denza)
(Mirco ed io)
(Presanella e cima Vermiglio)

Che fatica :-)

venerdì 26 giugno 2009

Ancora agilità


Assieme a Norberto che purtroppo dopo i primi 5 km ha forato abbandonando così il giro.
56 minuti per un non ciclista come me vanno più che bene :-)

giovedì 25 giugno 2009

Il traduttore del silenzio

Daoud è nato in un piccolo villaggio di capanne, nel Darfur. Capanne rotonde, spaziose, con il tetto di erba che quando piove profuma di buono. E nonostante sia stato lontano anni, prima per studiare in città, poi per lavorare in Libia, Daoud l'ha sempre portato nel cuore. Tanto che, dopo varie e drammatiche vicissitudini, ha deciso di tornare a casa, facendo il percorso inverso a quello di milioni di profughi. Ha ritrovato la sua gente, suo padre e i suoi fratelli, in particolare l'amato Ahmed, appena prima di perdere tutto. Un giorno il villaggio è stato attaccato, le capanne bruciate e Ahmed è stato ucciso. L'ha sepolto Daoud con le sue mani, nella sabbia, prima di incamminarsi nel deserto con i sopravvissuti. Alle loro spalle, le colonne di fumo disperdono nell'aria le ceneri di case, alberi, e anche dei corpi dei vecchi che non hanno voluto o potuto andarsene. Lontane dalla ribalta del mondo, scene come questa accadono quotidianamente nel Darfur. In questa regione del Sudan tanto povera in superficie quanto ricca nel sottosuolo, si consuma da più di vent'anni un genocidio silenzioso e indisturbato, per mano dello stesso governo sudanese.

Un libro che per la drammaticità degli esempi merita sicuramente una lettura.

Agilità sopra Pressano


Ai Pochi di Salorno

Mercoledì 24

domenica 21 giugno 2009

Cevedale

Venerdì 19 - sabato 20



Nuovamente in loc. ai Forni. Sono le 20 e con Elena, Luca e due ragazzi di Como che abbiamo incontrato al parcheggio cominciamo a salire la val di Cedec preoccupati per le scure nuvole che allegramente sembrano affollarsi sopra la nostra testa. Mai previsioni furono più veritiere: dopo appena cinque minuti ecco che la pioggia comincia a far capolino trasformandosi poi. via via che saliamo al rifugio Pizzini, in un vero diluvio.
Fradici e intirizziti giungiamo al rifugio dove dopo aver steso le cose bagnate ed esserci cambiati mangiamo una lauta cena parlando delle salite di domani: mente noi tre abbiamo come meta il Cevedale dalla vedretta di Cedec, i nostri compagni di sventura tenteranno la nord del Pasquale.
Alle quattro del mattino il tempo è di poco migliorato e il grigiume delle nuvole viene accompagnato da un gelido vento che si diverte ad ululare tra i sassi e la neve caduta nella notte; decidiamo di aspettate un paio d'ore e quindi ritorniamo a dormire. Dopo le 7.30 il tempo è ancora ostile ma finalmente verso le 8.30 pian pianino il sole comincia a farsi spazio tra le nuvole e quindi finita al volo la colazione ci mettiamo in marcia.

(Gran Zebrù)
(Gran Zebrù)
(Gran Zebrù)

Saliamo velocemente tra detriti e rivoli glaciali fino all'inizio della vedretta di Cedec dove incontriamo le tracce di un gruppo di Roveretani che accompagnati da due guide stanno salendo il pasquale per la normale. Salendo di quota prima degli splendidi seracchi abbandoniamo la traccia e in un bel po di neve fresca deviando a sinistra ci dirigiamo verso la nostra meta.

(San Matteo e Tresero)
(Luca e Elena)
(Elena verso il Cevedale)
(Cevedale e Pasquale)
(Io salendo verso la vedretta)
(Salendo verso la vedretta)
(Io e Elena)
(Salendo la vedretta)
(Io con il Gran Zebrù)
(Gran Zebrù)
(Salendo la vedretta di Cedec)
(Gran Zebrù)
(Salendo la vedretta di Cedec)
(Salendo la vedretta di Cedec)
(Alpinisti sulla vedretta di Cedec)

Salendo tra grossi e affascinanti crepacci e graziosi serracchi ci portiamo sul pianoro dove passa la via normale e da qui, dopo aver superato il lungo crepaccio che taglia tutta la montagna a mezza costa su terreno via via più ripido raggiungiamo la superba cima.

(Salendo la vedretta di Cedec)
(Il Pasquale)
(Gran Zebrù e Ortles)
(Seracchi)
(Io e Elena)
(Luca)
(Crepacci)
(Quasi in vetta)
(Io e Elena con la Zuffalspitze)

Il panorama stupendo riempie il cuore di emozioni. Io sono particolarmente contento perché finalmente, al quarto tentativo, sono riuscito a giungere in vetta :-).


(Zuffalspitze)
(Verso il lago del Careser e la val del la Mare)
(Luca in vetta)
(Io in vetta)
(Elena in vetta)
(Io e Elena)
(In vetta)

Stiamo un po' di tempo sulla cima per le foto di rito e per scambiare qualche impressione ma poi, a causa di grigie nuvole che giungono da ovest preferiamo cominciare la discesa onde evitare nebbia e brutto tempo sul ghiacciaio.

(Scendendo dalla cima)
(Scendendo dalla cima)
(Zuffalspitze)
(Io, Elena e Luca)

Ritornando alla macchina, numerose sono le marmotte che riusciamo a scorgere.

(Marmotta)

Sul Gavia, analogamente all'andata, nebbia e brutto tempo ci accompagnano verso casa.
Splendida gita :-D.