venerdì 27 novembre 2009

Val Manara

Gli anelli del Signore

Ghachimat è uno sperduto villaggio algerino, dove, negli anni Novanta del Novecento, ancora si vive secondo i ritmi antichi e l'antica miseria, si seguono arcaiche tradizioni, si rispettano valori di un passato senza più senso. Tutti si conoscono, serpeggiano l'invidia, le malelingue, i rancori. Soprattutto, come in molte zone del Paese, non si spegne la rabbia suscitata dai ricordi della dominazione francese, della guerra di indipendenza e dei conflitti interni successivi. Qui vivono i protagonisti di questo romanzo corale, un gruppo di uomini in cerca della propria strada: lo scrivano Dactylo, il poliziotto Aliai, l'insegnante Kada, il nano Zane, il fannullone Jafer, il fabbro Lyès... Aliai e Kada si contendono l'amore di Sarah, la figlia del sindaco. E quando il poliziotto riesce a sposare la ragazza, l'ex amico decide di approfittare degli scontri politici suscitati dal ritorno in paese di un giovane fanatico per compiere una personalissima vendetta... Yasmina Khadra descrive in questo romanzo la discesa agli inferi di una comunità, dalla pacifica convivenza alla guerra civile, dalla solidarietà al sospetto, dalla compassione alla gelida indifferenza. E mostra a tutti come sia facile precipitare in una spirale di fanatismo e terrore, odio e sangue. E come il Male possa diventare parte dell'esistenza quotidiana.

Trento Bondone in ricordo di Charly Gaul


Burrone Giovanelli

Venerdì 20


Classico giro di allenamento che da tanto non facevo; migliorie e novità caratterizzano la prima parte del percorso nel delizioso canyon del monte di Mezzocorona.

Marmolada - Punta Rocca

Giovedì 19



Luca stranamente ha un giorno libero infrasettimanale - lavora troppo ma non vuole proprio capirlo - e quindi complici le buone previsioni meteo andiamo in cerca di neve giungendo così al lago Fedaia sovrastato da una mica tanto bianca Marmolada.

(Il Catinaccio si specchia nel Lago Fedaia)

Durante la salita - Luca non è proprio in forma - accompagnati dal Favonio - il nome di un vento - che con le sue sventate tropicali ci fa dubitare di essere su un ghiacciaio, mano a mano che saliamo di quota il panorama si fa sempre più spettacolare a partire dal Sassolungo fino ad arrivare all'Antelao e alle altre cime cortinesi tra cui la famosa triade delle Tofane.

(Sasso delle Undici)
(Luca durante la salita)

Sulla cima la temperatura è davvero mite e anche se il vento ha assunto caratteristiche più alpestri si sta davvero bene :-D.

(Ultimi metri per Luca)
(Dalla Marmolada verso Sella e Sassolungo)
(Io in vetta)

Non ci resta che scendere su neve ghiacciata, a tratti crostosa facendo attenzione anche ai vari sassi che dai 2400 m fanno capolino nell'immacolata distesa.
Sempre bella la Marmolada :-D anche se con un pensiero...TAC

Ad Albiano passando da Barco

Lunedì 16


martedì 17 novembre 2009

Le voci del bosco

"Le pagine di questo libro non contengono un trattato di botanica e nemmeno parole di assoluta verità. Ciò che in esse vi si potrà leggere sono 'verità personali' suscitate da riflessioni indotte da oltre quarant'anni di vita nei boschi e dialoghi con le piante. Durante questo lungo tempo ho capito che tutto, in natura, ha un proprio carattere, una personalità, un linguaggio, un destino. Osservando e ascoltando con attenzione il creato, è possibile udire la sua voce..."



Scorciatoia per il nirvana

Il Kailash è una vetta di 6714 metri situata un migliaia di chilometri a ovest di Lhasa. Per arrivarci occorrono alcuni giorni in jeep, qualcosa di più in camion. La durata del viaggio dipende dallo stato delle piste e dei fiumi, e quindi dei guadi. Dire che il Kailash ha un'eccezionale carica simbolica è quasi un eufemismo. E' infatti una motagna considerata sacra da almeno quattro religioni: buddismo, induismo, giainismo e religione bon, un culto sciamanico che esisteva in quella terra prima dell'arrivo del buddismo, e che, in seguito ha continuato a vivere e a mischiarsi con la nuova dottrina. L'autore racconta il suo viaggio fino al Kailash, tra i respiri profondi dedicati alla storia e alla cultura che il Tibet ha prodotto e produce.

Un orsa sbrana Baricco

Un celebre scrittore (Alessandro Baricco) è anche il regista di un film che si gira nei boschi del Trentino. Viene assalito, sbranato e sfigurato da un orso. Un gruppo di ecologisti radicali prepara un comunicato di rivendicazione. Un poliziotto telefona al ministro. Questa la trama del primo dei tredici racconti contenuti in “Un orso sbrana Baricco“, dove, in bilico tra le urgenze della cronaca e le derive della fantasia, troviamo anche Margherita Cagol, Georges Simenon, Stan Laurel, un martellatore di statue e il barista di un’area di servizio lungo l’autostrada del Brennero.
Di questi tredici raccontini il più lungo misura quindici pagine, il più breve cinque righe e mezza.
L’unico tratto che gli accomuna è l’ambientazione trentina e una frase ricorrente “il falso è un momento del vero”.

lunedì 16 novembre 2009

Hoabonti

Mercoledì 11



Altra giornata splendida che non può certo essere trascorsa tra le mura domestiche. Me ne torno al ristorante alle Pozze e con sci, attacchi e scarponi nuovi mi rinerpico verso la val d'Ilba dove ieri nella discesa ho perso una fascia per la testa a cui ormai sono affezionato.
La neve oggi è decisamente meno ma per essere ancora novembre va bene anche così.

(Splendida val d'Ilba con Col Omineti, Hoabonti e Cola)

Sotto un caldo allucinante salgo velocemente tutta la val d'Ilba e verso la testata della valle invece che voltare a destra rimango a sinistra e con ripide zeta raggiungo in breve la cima dell'Hoabonti da dove si gode uno splendido panorama su tutto il Lagorai occidentale.

(Monte Cola dall'Hoabonti)
(Lagorai occidentale dall'Hoabonti)

Slalom tra i sassi nella parte bassa della discesa ma nel complesso una scialpinistica molto gratificante.
Mai zeder...

Monte Cola

Martedì 10



La giornata è ottima e dato che devo recarmi a Borgo per commissioni decido che non posso perdere l'occasione di salire così presto con gli sci il monte Cola. Partito un po' in ritardo rispetto al programma dall'albergo le pozze comincio a salire battendomi la traccia verso la val d'Ilba.
Salendo via via nel bosco, dato che di tracce altrui nemmeno l'ombra, memore della splendida salita dello scorso inverno cambio un po' itinerario e comincio a risalire la lunga cresta che divide la val d'Ilba dalla val Larga.

(La candida val Larga e la sottostante
Valsugana dal monte Cola)
(Croce di vetta)

Sulla cima il freddo e il vento hanno creato una piccola opera d'arte sulla croce di vetta; comincio anche a vedere le prime tracce di altri scialpinisti.

(Che discesa :-D)

Ghè da nar...splendida discesa si preannuncia :-).

Palon del Bondone

Lunedì 9

Altra scialpinistica sulle piste ancora candidamente vergini del Bondone. Poca gente e abbastanza freddo...splendidi panorami però grazie a giochi di luce e nuvole :-).

(Baita in Bondone verso la val del Sarca)
(Dolomiti di Brenta in veste invernale)
(Ultime luci su Panarotta e Fravort)
(Le tre cime del Bondone: cima Verde, Doss d'Abramo e Cornetto)

lunedì 9 novembre 2009

Il lamento del bradipo

Andrew Whittaker è indebitato fino al collo, la rivista letteraria che dirige è a un passo dalla bancarotta, la casa in cui vive cade a pezzi e la moglie lo ha lasciato. Andrew però non molla. È una fucina di idee, progetti. Forse anche illusioni e velleità. E scrive, forsennatamente, a chiunque. Poi raccoglie tutto. Un presente e un passato di sogni, ideali e rimpianti emerge dagli stralci del suo strampalato epistolario: lettere di rifiuto ad aspiranti scrittori, lettere alla ex moglie, lettere a ditte incaricate di rifare i soffitti di casa, lettere di sfratto, annunci di appartamenti in affitto, appunti, cose pensate, bozze di racconti, pezzi di un romanzo, lettere alla madre, post scriptum per la badante della madre, pagine di diario, liste della spesa, cartelli per gli inquilini del palazzo, ancora lettere, ancora pensieri, ancora cartelli... Ne esce l'impossibile catalogo di un amabile perdigiorno. O, meglio, di un nevrotico e coscienzioso archivista del tutto e del nulla in cui siamo immersi.

L'ultimo Tibet

Dalla prefazione:"Aver visitato più volte il Mustang, questo affascinante promontorio di cultura e tradizioni tibetane situato all'interno del regno del Nepal, ed essere stato tra i primissimi viaggiatori stranieri a entrarvi, ha rappresentato un raro privilegio che mi ha consentito di penetrare in un frammento di quella civiltà che oggi in Tibet non esiste più, cancellata da oltre quarant'anni di occupazione cinese. Conoscere il Mustang significa conoscere non tanto un diverso luogo geografico in cui i ritmi temporali sono scanditi da momenti che non sembrano appartenere all'epoca attuale. Il paese di Lo continua a vivere in un isolato Medioevo dove l'estrema povertà è ripagata dalla ricchezza della vita interiore di gran parte dei suoi abitanti. Camminando per deserti d'alta quota, attraversando villaggi, visitando monasteri, parlando con monaci, contadini, nobili ho potuto realmente gustare il 'sapore' del vecchio Tibet, quel magico mondo arcaico che prima avevo incontrato solo nei testi che un pugno di studiosi e viaggiatori in cerca di avventure gli aveva dedicato."

Palon del Bondone

Sabato 7

Dopo una mattina di lavoro e di pioggia, verso il mezzodì un timido sole comincia a far capolino tra le nuvole :-D e in men che non si dica trovo un compagno per fare un po' di fatica nella neve sulle ancora vergini piste del Bondone.




Da baita Montesel, io e Daniele cominciamo in un mare di powder - come dicono i freeriders - a risalire verso la cima della montagna di Trento; il sole che lentamente sta calando colora i boschi con splendide tonalità accese e ci accompagna per buona parte della salita fino a quando le nuvole non riprendono il sopravvento facendo calare su di noi un'atmosfera tetra.
La discesa è una favola :-D.
Mai zeder...

Fravort

Giovedì 5

Il richiamo della neve è troppo forte quindi di buon mattino e ancora senza gomme da neve mi avvio verso Vetriolo e da qui all'innevatissimo parcheggio degli impianti della Panarotta.

(Costalta alla partenza)

Uffi, qualcuno mi ha preceduto e c'è già una traccia che si inoltra lungo la strada forestale che in breve porta in località "la bassa" dove comincia la salita vera e propria alla montagna. Pochi minuti di salita e una nebbia fittissima mi circonda accompagnandomi per tutta la salita e buona parte della discesa che a causa di troppi sassi effettuerò a tratti con gli sci sulla schiena.

(La nebbia comincia a far capolino)
(Splendidi boschi verso la val dei Mocheni)
(Boschi verso la Valsugana)

Altra neve è attesa :-)

mercoledì 4 novembre 2009

...che le danze abbiano inizio..orsù


La prima neve ha finalmente imbiancato in maniera accettabile le cime e quindi nel pomeriggio insieme a Michele decidiamo di salire in val dei Mocheni e da qui portarci al rifugio Sette Selle per la prima uscita nevosa del nuovo inverno. Al rifugio incontriamo Lorenzo che non ha tardato nemmeno un minuto ed è corso nel suo rifugio a prendersi gli sci per concedersi la prima discesa fino al parcheggio della miniera.






Orsù facciamo una bella danza propiziatoria affinché la neve sia copiosa anche quest'anno :-D.

domenica 1 novembre 2009

Bici con Daniele

Ieri con Tiziano, lungo la strada che da Faedo porta a Masen, avevamo adocchiato un ripido sentiero che riportava verso valle e quindi questo pomeriggio assieme a Daniele siamo andati a cercarlo. A causa di numerosi, troppi, scalini abbiamo desistito proseguendo per un altro sentiero che risulta però bloccato da numerosi alberi caduti...mai zeder: bici in spalla e su per un super "sgreben" come diciamo noi trentini fino a ricongiungerci con la strada.


Ferrata Rio Secco con Edoardo


In seguito, visto il bel caldo autunnale ci siamo pure concessi qualche tiro nell'assolata falesia di Zambana Vecchia :-).