martedì 28 settembre 2010

Le ossa del ragno

Quando dalle acque tranquille di un lago del Quebec affiora un involucro di plastica contenente resti umani, il compito di identificarli spetta a Temperance Brennan. Un lavoro di routine, per la brillante antropologa forense. Ma l'immagine di quel corpo tumefatto la inseguirà per giorni, per chilometri. L'uomo, ritrovato con indosso reggiseno e slip rosa, è morto per asfissia associata ad attività autoerotica: peccato che John Charles Lowery risulti essere già morto nel lontano 1968, mentre prestava servizio nell'inferno del Vietnam. Dove la sua passione per i ragni gli era valsa il soprannome di Spider. A chi appartengono, allora, le spoglie restituite quarant'anni prima alla famiglia Lowery e sepolte nel North Carolina? L'indagine sulle ossa senza nome porta Tempe da Montréal alle bianche spiagge delle Hawaii, dove ha sede il JPAC, l'ente responsabile dell'identificazione dei cittadini americani morti in guerra. Nei laboratori hawaiiani la vera storia di Lowery assume i contorni di uno scandalo che rischia di infangare per sempre la sua reputazione di soldato e di uomo. E di portare alla luce una trama segreta di sparizioni e identità violate che ancora oggi qualcuno è disposto a coprire a prezzo del sangue.

lunedì 27 settembre 2010

A spasso per i 4000 del Rosa

(Tramonto su cima Perazzi)
(Alpinisti durante la salita al Castore)
(Franz e Fede salendo al Castore)
(Franz e Fede in vetta al Castore)
(L'esteticissima cresta del Castore)
(Apinisti sulla cresta del Castore)
(Weisshorn)
(Polluce parete E quel giorno vergine :) )
(Scendendo dal Polluce)
(Fede e Franz verso i Liskamm)
(Dal Polluce verso i Liskamm)
(Incontri glaciali)
(Tramonto sui Breithorns)
(Alba sui Breithorns)
(Prime luci alla Porta Nera con il Polluce)

(La bella cresta Roccia Nera-Gemello del Bretihorn)

(Le cime più alte del gruppo dalla cresta
del Gemello del Bretihorn)

(Creste nevose verso il Weisshorn)
Castore, Polluce, Roccia Nera, Gemello del Breithorn - gruppo del Monte Rosa
Ale, Fede, Franz

La psichiatra

Lavorare in un ospedale psichiatrico è difficile. Ogni giorno la dottoressa Ellen Roth si scontra con un'umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia, a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata. È chiusa in se stessa, mugola parole senza senso. Dice che l'Uomo Nero la sta cercando. La sua voce è raccapricciante, è la voce di una bambina in un corpo di donna: le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggire all'Uomo Nero. E quando il giorno dopo la paziente scompare dall'ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l'incubo. Nessuno l'ha vista uscire, nessuno l'aveva vista entrare. Ellen la vuole rintracciare a tutti i costi ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire. Chi è quella donna? Cosa le è successo? E chi è veramente l'Uomo Nero? Ellen non può far altro che tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che, alla fine, tutti i nodi verranno al pettine...

Da sola

Sono pochi gli alpinisti che hanno affrontato la sfida per eccellenza della loro disciplina: i quattordici ottomila. Pochissimi quelli che ci sono riusciti. Fra le donne, che pure ormai contano scalatrici impareggiabili, come Catherine Destivelle e Ines Papert, nessuna è ancora riuscita a raggiungere un simile risultato e solo due per il momento sono in lizza dopo l'abbandono dell'italiana Nives Merai: la spagnola Edurne Pasaban e l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. In questo libro Gerlinde racconta come è nata la sua passione per la montagna e le sfide impossibili, la decisione di abbandonare la sua professione per dedicarsi a tempo pieno all'alpinismo e, naturalmente, la descrizione dei suoi "primi" dodici ottomila, i successi, i momenti drammatici, la convinzione dell'importanza di sapersi fermare anche a un solo passo dalla vetta se le condizioni lo impongono, di rinunciare a una spedizione per salvare un compagno di cordata.

Niente di vero tranne gli occhi

Che cosa unisce Jordan Marsalis, fratello del sindaco di New york ed ex tenente di polizia, e Maureen Martini, commmissario di polizia a Roma? Apparentemente nulla. Eppure, per strade e vicissitudini diverse, si troveranno uniti in un'indagine su un beffardo assassino che compone i corpi delle sue vittime come i personaggi dei Peanuts, dopo averle seviziate nei modi più efferati. La prima vittima è un pittore "maledetto", figlio del sindaco di New York e nipote di Jordan, cui fanno seguito altri due omicidi misteriosamente collegati fra loro. Un susseguirsi di colpi di scena sullo sfondo della metropoli più metropoli del mondo, dove tutto è accaduto e dove tutto può accadere, dove in realtà non c'è niente di vero. Tranne gli occhi...

Fattore di rischio

Dopo aver eseguito l'autopsia di un uomo morto in uno dei tre ospedali della catena privata Angels Healthcare, Laurie Montgomery - medico legale, già brillante protagonista dei precedenti thriller di Cook - scopre che la vittima è deceduta a causa di un'infezione polmonare fulminante. Confrontando i risultati con altri precedenti, capisce di trovarsi di fronte a un caso più complesso di quanto non avesse pensato. Un caso che fa balenare nella sua mente una parola terribile: pandemia. Le morti per lo stesso tipo di patologia negli ospedali della Angels Healthcare, infatti, sono drammaticamente aumentate negli ultimi tre mesi, e nessuna misura pare in grado di fermare l'epidemia. Spinta dal senso del dovere, e soprattutto dalla preoccupazione per il neomarito Jack Stapleton, che deve subire un'operazione proprio nella struttura ortopedica della Angels, Laurie inizia a indagare per venire a capo del mistero.

Il canto delle manere

La manéra è la scure dei boscaioli di Erto. Nessuno come Santo della Val, che abbiamo già incontrato in Storia di Neve, ne conosce il filo della lama, l'equilibrio del manico, nessuno come lui sa ascoltare il canto che si alza dalle manére quando i boscaioli entrano a far legna nei boschi. Santo è il migliore tra di loro, il bosco è la sua vita, ma la violenza del sangue lo costringe alla fuga dal paese per cercare fortuna tra le ricche foreste dell'Austria. Nuovi amici e nuovi amori, pentimenti e bramosie dell'animo, finché Santo, dopo l'eccezionale incontro con il grande scrittore Hugo von Hofmannsthal, sentirà imperioso il richiamo della propria terra.

Torneranno le 4 stagioni

Mauro Corona racconta la natura per parlare del mondo di oggi e di noi, pieni di difficoltà e impuntature, pieni di risorse, ma anche di problemi che spesso ci siamo creati da soli. Come ha scritto Claudio Magris: "I suoi racconti hanno l'autorità della favola, in cui il meraviglioso si impone con assoluta semplicità, con l'evidenza del quotidiano". Sono storie che parlano a grandi e bambini, storie di bullismo e prepotenza, di rapporto con la manualità e la creatività, ma anche storie d'amore e d'amicizia, storie di uomini e animali, sempre narrate con la voce senza tempo delle sue montagne.


"Il tordo infilava il becco tra le stecche della gabbietta come per annusare l'aria di fuori. Voleva uscire. Chi è fatto per l'aria aperta non si rassegna a stare chiuso."

domenica 26 settembre 2010

Che la festa cominci

Nel cuore di Roma, il palazzinaro Sasà Chiatti organizza nella sua nuova residenza di Villa Ada una festa che dovrà essere ricordata come il più grande evento mondano nella storia della nostra Repubblica. Tra cuochi bulgari, battitori neri reclutati alla stazione Termini, chirurghi estetici, attricette, calciatori, tigri, elefanti, il grande evento vedrà il noto scrittore Fabrizio Ciba e le Belve di Abaddon, una sgangherata setta satanica di Oriolo Romano, inghiottiti in un'avventura dove eroi e comparse daranno vita a una grandiosa e scatenata commedia umana. La comicità di Ammaniti sa cogliere i vizi e le poche virtù della nostra epoca. E nel sorriso che non abbandona nel corso di tutta la lettura annegano ideali e sentimenti. E soli, alla fine, galleggiano i resti di una civiltà fatua e sfiancata. Incapace di prendere sul serio anche la propria rovina.

Traversata dei Liskamm

(Salendo al rifugio Quintino Sella)

(Al colle del Felix verso il Castore)

(L'estetica cresta che dal colle Felix porta sul Liskamm occidentale)

(On the ridge)

(Paolo sulla cresta tra i due Liskamm)

(On the ridge verso il Liskamm Orientale)
(Paolo nella sella tra i Liskamm)
(L'estetica e area cresta dei Liskamm)

(Io quasi sul Liskamm Orientale)

(Paolo sul Liskamm orientale)
(Scendendo verso la roccia della scoperta)
(Dal Liskamm orientale verso Gnifetti, Parrot,
Ludwigshohe e Corno Nero)

(Dufour, Zumstein e Gnifetti)


Traversata dei Liskamm - AD+ - gruppo del Monte Rosa
Ale & Paolo

Diedro Pederiva

(Il rif. Roda di Vael con il Croz di S. Giuliana)
Diedro Pederiva - IV - 5a torre del Masarè parete E - gruppo del Catinaccio
Ale, Achile, Christian

Diedro Dell'Oglio




(Egon all'attacco della via)


(Sui primi facili tiri)

(Io e Egon in sosta prima del diedro finale)

(Egon sull'ultimo tiro)

(Egon sull'ultimo tiro)

(Francesca sull'ultimo tiro)

(Edo sull'ultimo tiro)

(Al termine della via verso cima Scotoni)


Diedro Dell'Oglio - IV+ - Cima da Lago - gruppo di Fanis
Ale, Francesca - Egon,Edo