lunedì 30 giugno 2008

Ferrata dei Finanzieri

Sabato è stata nuovamente la volta di una bella gita in val di Fassa, ancora una volta in compagnia di quel simil camoscio Tiziano.

Nonostante la meta del giorno fosse la stupenda e ardita ferrata delle Meisules che, con partenza dal passo Sella si porta in verticale sulla aerea parete del Piz Ciavazes e da qui ai 2974 m del Piz Gralba per poi ridiscendere verso il passo lungo la val Lasties, visto il tempo che di primo mattino mostrava alcuni segni di incertezza abbiamo ripiegato su un’altrettanto bella ferrata sul monte Colac.

La parete nord-occidentale, rivolta verso l’abitato di Canazei, è caratterizzata da un evidente e gigantesco diedro che, grazie alla scuola Alpina della GdF, è diventato un ardito e impegnativo percorso attrezzato.
Nonostante la funivia del Ciampac sia un’allettante scorciatoia per alzarsi di quota in poco tempo, noi, malati di dislivello, preferiamo percorrere i circa 4 km e 600 m di dislivello che portano all’attacco della ferrata a piedi lasciando le comodità ad altri.


Attaccata la ferrata, subito siamo rallentati da diversi escursionisti che in difficoltà a causa di un camino verticale e strapiombante sono più attenti a scegliere con cura quale bestemmia tirare invece che scegliere validi appoggi per mani e piedi; di li a poco scaricheranno verso di noi anche qualche sasso senza curarsi più di troppo di avvisarci del potenziale pericolo. Su un tratto più facile riusciamo finalmente a superare il gruppo e, accelerando di molto l’ascesa, in breve arriviamo ai 2713 m del Colac.

La vista è stupenda, spaziando dal gruppo del Sasso Lungo, al Sella con l’inconfondibile piramide del Piz Boè, alla parete sud della Marmolada, a Cima uomo e via via verso la catena dei Lagorai.
Dopo le foto di rito, scambiamo qualche parola con le altre persone che sono con noi sulla vetta e, seguendo il loro consiglio, invece che portarci verso valle, preferiamo fare per lo più di corsa – il tendine comincia ad essere quello di sempre - una “lunga” traversata verso il passo San Nicolo sovrastato dalla bellissima cima del Col Ombert e di qui scendendo per verdeggianti prati giungere al rifugio – ormai più albergo che rifugio - Contrin affollato da una miriade di alpini in festa.

Splendido giro con un ottimo compagno.

Mai zeder :-)

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