mercoledì 30 gennaio 2008

De Amicitia

Quest'oggi, visto la giornata cruda e nuvolosa, ho deciso di coltivare un po' la mente a discapito del fisico. Come dicevano i latini: "Mens sana in corpore sano". Era da tempo che non mi dedicavo alla lettura di qualche classico che più classico non si può - ai tempi del liceo il solo pensarvi mi provocava lancinanti fitte allo stomaco - quindi oggi ho risfoderato il buon vecchio Cicerone con appunto il suo "De Amicitia". Il De amicitia vuole testimoniare la fiducia incondizionata, che il buon Cicerone, riponeva nell'amicizia. Anch'io come l'antico filosofo ripongo molta fiducia in questo tipo di relazione. Riporto quindi un breve e significativo passaggio. Orsù, rispolveriamo un po' di latino.

"Cum autem contrahat amicitiam ut supra dixi, si qua significatio virtutis eluceat, ad quam se similis animus adplicet et adiugant, id cum contigit, amor exoriatur necesse est. Quid enim tam absurdum quam delectari multisi inanibus rebus ut honore ut gloria aedificio ut vestitu cultuque corporis, animante virtute praedito, eo qui vel amare vel ut ita dicam, remandare possit, non admodum delectari? Nihil est enim remunertione benivolentia, nihl vicissitudine studiorum officiorumque iucundius.
Quid si illud addimus quod recte addis potest, nihil esse quod ad se rem ullam tam alliciat et attrahat quam ad amicitiam similitudo? Concedetur profecto verum esse, ut bonos boni diligant adsciscantque sibi quasi propinquitate coniunctos atque natura. Hihil est enim appetentius similium sui nec rapacius quam natura."

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hei! Mica ti facevo filosofo e letterato. Che ne diresti di una sommaria traduzioncina del brano? Per un filosofo non letterato.

Alessandro ha detto...

Appena ho un attimo di tempo, cerco IL - odiato vocabolario italiano latino - e mi dedico alla traduzione. Con calma però!

Anonimo ha detto...

OK! aspetterò