martedì 6 maggio 2008

Verso il Piz Boè

Domenica

Dopo il divertentissimo matrimonio di Daniela e Diego in quel di Levico - speriamo che il fotografo mi invii al più presto quelle due tre foto che gli ho chiesto - ghera da nar.
Il Piz Boè, facile 3000 dolomitico, con la sua forma a piramide svetta con prepotenza nel massiccio del Sella. Ci sono salito diverse volte e in diverse stagioni sia usando la comoda funivia che in pochi minuti ti eleva ai quasi 3000 m del Sass Pordoi, sia dalla ardita ferrata Piazzetta, sia per la forcella Pordoi.
L'idea, per questa domenica un po' nuvolosetta, era quella di salire in funivia per poi in tutta tranquillità scendere al rifugio Forcella Pordoi e da qui risalire il Piz Boè.

"La funivia riaprirà per il periodo estivo il giorno 17 maggio."

Questa bella "citazione" affissa sul muro dell'edificio della funivia ha cancellato in un momento tutti i miei proggetti. Che fare? Dopo un attimo di sconforto, decidiamo, io ed Elena, almeno di provarci anche se, guardando sopra di noi, il sentiero che porta alla forcella è tutto innevato e, visto la temperatura, non sarà di certo una passeggiata.



















La salita infatti risulta subito difficoltosa a causa della scarsa consistenza del manto nevoso che spesso ci fa sprofondare parecchi centimetri: mai zeder ghè da nar. La nostra salita è è comunque accompagnata da graditi incontri: un cane simpatico e giocherellone verosimilmente residente al passo, qualche camoscio, alcune marmotte e nei pressi dell'attacco dello spigolo di Maria una maestosa aquila. Le strapiombanti pareti che ci sovrastano un paio di volte scaricano a valle accumuli di neve e sassi con fragoroso rumore che un po' ci incutono timore. Giunti alla forcella Pordoi il vento è davvero fastidioso e quindi, anche se non del tutto soddisfatti decidiamo di tornare sui nostri passi.





Peccato per non aver raggiunto la cima.
Un'ottima giornata.