domenica 7 settembre 2008

sabato 6 settembre 2008

L'eredità di Bourne


La doppia identità di David Webb, alias Jason Bourne, continua a braccarlo: dopo anni di operazioni segrete ad alto rischio, l'agente della CIA vorrebbe riprendersi la propria vita, tornare a essere il professor Webb dell'università di Georgetown, ma il passato lo insegue ricordandogli che lui è il killer più esperto e temuto in circolazione. Quando un proiettile gli sfiora la tempia, Bourne è costretto a rientrare in azione. E' l'inizio di una spietata caccia all'uomo che coinvolge il terrorismo internazionale e la giustizia federale.

mercoledì 3 settembre 2008

Pedalata in val dell'Agide



Il segreto del Bosco Vecchio


Un vasto e antico bosco montano: il Bosco Vecchio, luogo suggestivo e ricco di misteri e segreti, popolato da geni, da animali parlanti, visitato da venti con un loro temperamento. Questo romanzo di Buzzati è una splendida favola, che lascia spazio all’immaginazione e  al lavoro di fantasia. Solo chi riesce ad avere una mente sgombra e fanciullesca riesce infatti a farsi trasportare a pieno dalle dolci note del vento Matteo, dal fruscio del bosco vecchio e dai discorsi animati degli animali del bosco.



“Soffiando in mezzo ai boschi, qua più forte, là più adagio, il vento si divertiva a suonare; allora si udivano venir fuori dalla foresta lunghe canzoni, simili alquanto ad inni sacri. Quelle sere, dopo la tempesta, la gente usciva dal paese e si riuniva al limite del bosco, ad ascoltare per ore e ore, sotto il cielo limpido, la voce di Matteo che cantava”

L'angelo custode


Larkin Barkley è giovane, bella, ricca e sfrontata e ha fatto di Los Angeles il suo personale parco divertimenti, fatto di feste e amicizie ad alto livello. Un giorno però un incidente stradale quasi fatale le fa capire due cose: di non essere immortale e di non avere solo amici in città. La protezione offerta dalla polizia non è sufficiente a tranquillizzare la bella Larkin, che decide così di affidarsi a una guardia del corpo. 
Joe Pike, ex marine ed ex poliziotto passato alla carriera privata, capisce subito di avere tra le mani un caso difficile. La ragazza infatti è figlia di un uomo dal passato perlomeno oscuro e colpire lei probabilmente ha il valore di un messaggio mandato al padre. Un messaggio che Joe ha tutta l’intenzione di decifrare.

Splendido thriller che ho divorato in meno di una giornata :-)

martedì 2 settembre 2008

Defaticamento


Aquitania


Converse è uno stimato avvocato di New York, ex combattente in Vietnam resosi famoso per una eroica fuga da un campo di prigionia Vietnamita. E' anche divorziato da Valerie, una bellissima donna e valente pittrice, dalla quale si è separato pur amandola ancora e riessendone amato.
Un giorno, un collega gli si presenta sotto mentite spoglie; in realtà è un suo vecchio compagno d'università che gli affida un incarico particolare e molto remunerativo: indagare su certi traffici d'armi in apparenza del tutto regolari.
Il gioco è molto più grosso di quanto potesse pensare: è al centro di una grossa congiura che mira a trasformare l'Occidente nella più grande dittatura mai esistita sotto la tutela dei militari.

Il mosaico di Parsifal


Chi è Parsifal? E' vero che regge le fila di un gioco pericoloso che può diventare una trappola per l'umanità intera? Sensazionali imprese, una girandola di colpi di scena all'interno del mondo dei servizi segreti, un intreccio magistrale creato da uno dei più grandi scrittori di romanzi d'azione e di suspense.

Madre


Madre, primo romanzo del trentino Bruno Zorzi inserito nella collana Identità, è la storia tenerissima, forte e molto triste di un figlio molto amato, raccontato dalla donna e madre, che volle crescerlo da sola nella Trento degli anni Sessanta, città non più quieta a causa dell'arrivo di un mondo nuovo, diverso e per tanti aspetti sconosciuto.
Identità è il titolo di una collana di storie di luoghi e di persone, di tempi e di sentimenti che, grazie agli autori, ricrea mondi ora antichi ora recenti, nei quali il lettore potrà riconoscere un frammento della propria memoria.
"Narrare per quale strada siamo diventati donne e uomini, raccontare le passioni, le città e i mari che vivendo abbiamo attraversato, creare un legame di cuore e di ragione con il lettori, è il compito di ciascuno di questi libri."

lunedì 1 settembre 2008

Ferrata passo Santner e normale a Cima Catinaccio

Alcuni anni fa avevo già tentato la normale a cima Catinaccio – da non confondersi con il vicino Catinaccio d’Antermoia – insieme a Stefano ma, causa condizioni meteo pessime, non ci era restato altro che tornare sui nostri passi...





Anche oggi il tempo dei migliori ma siamo due cordate e la voglia di salire in cima è tanta.

La prima cordata è composta da Andrea - el champion - e Daniele allietati dalla mia presenza, la seconda da Paolo con Laura e Damiano.

Facilitati nell’ascesa al rifugio Fronza alle Coronelle dalla seggiovia – mi si sono incastrati i dadi nelle fessure della seggiola – verso le 8.30 ci incamminiamo lungo la facile ma molto suggestiva ferrata passo Santner che, alternando tratti di cordino a tratti più semplici conduce l’escursionista nel cuore del catinaccio garantendogli, con il bel tempo, dei splendidi scorci sullo Sciliar e sulle vallate che si dipartono da Bolzano.


(L'ottimo panorama alla partenza)

(Paolo lungo la ferrata)

(Damiano lungo la ferrata)


Rallentati un po’ da un gruppo di turisti disgraziati che continuavano a far rotolare grossi sassi sopra le nostre teste, superato il canalone – stranamente non innevato – finale, con poche decine di metri di cordino raggiungiamo passo Santner con la spettacolare Croda di Re Laurino; davanti a noi, avvolto parzialmente nella nebbia riusciamo a scorgere il Catinaccio d’Antermoia e poco più avanti le slanciate torri del Vajolet.


(Croda di Re Laurino)

(Catinaccio d'Antermoia)

(Le torri del Vajolet e il rifugio Re Alberto)

Ghè da nar…


(Normale a cima Catinaccio)


Imbragati e incordati a dovere ci troviamo all’attacco della via che comincia con uno stretto camino che mano a mano che si sale diventa più largo. Su roccia ottima e non troppo consumata saliamo i pochi tiri della via fino a giungere ad una sella da dove, riposto il materiale alpinistico, si risale la splendida e a tratti aerea cresta – molto amata da Daniele - che conduce sulla cima.


(Daniele sulla normale)

(Paolo in sosta)

(Paolo all'ultima sosta)

(La cresta finale)

(Andrea sulla cresta finale)

(Andrea)

(Andrea e Daniele a pochi metri dalla cima)


Il tempo sulla cima non è dei migliori ma, l’essere seduto sotto la grande croce di vetta mi riempie di felicità; il tempo di quattro chiacchiere con gli altri occupanti della cima – tra cui la guida Gino Battisiti, autore di diverse pubblicazioni di montagna – e di qualche scatto e prendiamo la via del ritorno.


(Croce di vetta)

(Serial climbers)

(da sx Alessandro, Paolo, Andrea, Laura, Damiano, Daniele)


Arrivati alla forcella, con due calate di 60 metri l’una siamo di nuovo alla base della parete. Il sole, ormai in fase calante sta colorando di tonalità calde le cime più alte e a malincuore, ci tocca prendere la via del ritorno.


(Croda di Re Laurino)


Poco prima delle 18.00 siamo nuovamente al parcheggio e visto che oggi non abbiamo molto abbondato con il cibo decidiamo di fermarci a mangiare una pizza in quel di Cavalese: ottimi i grissini ;-).

Splendida giornata e i miei complimenti a Daniele e Damiano per la loro prima via in montagna.

Mai zeder…