sabato 10 maggio 2008

Prova circuito gara giugno alle Gorghe

Pomeriggio, dopo una revisione a tendini, muscoli e legamenti da parte del mio fisioterapista di fiducia, visto che la sintomatologia algica era solo un vago ricordo eccomi nuovamente pronto: ghè da nar. Ho da recuperare un sacco di metri di dislivello se voglio rispettare la mia annuale tabella. Alle 5.30 eccome quindi in piazza a Vigo Meano con 4 baldi corridori tra cui anche Luca - di solito ai miei pazienti dico di non svolgere attività fisica x 2 giorni ma dirtelo a ti... - pronti per provare il percorso su cui svolgerà la gara non competitiva di giugno. Partiti dalle Gorghe subito per ripido sentiero ci intrufoliamo nel bosco bagnato da poco da un temporale passeggero. La temperatura è mite, la compagnia ottima ci spingono lungo i sentieri che si portano verso il lago di Santa Colomba. I cetriolini mangiati poco prima di partire non sono stati sicuramente una buona idea e così scosso da alcuni conati rallento un attimo il passo; pochi minuti e tutto passa. In 46 minuti abbiamo coperto il percorso di circa 7 km e 300 m +. Le ginocchia rispondono bene anche se permane qualche doloruccio residuo. Mai zeder...neanca con el mal ai ginoci :-|!

Scatto rubato

Toccata e fuga ad Albiano per portare le stampelle al Dodo che el spinzà.
C'è Elena che studia sul poggiolo con il gatto che da pochi giorni le ho regalato. E' assorta e non si accorge che l'obiettivo la sta puntando. Un unico scatto, senza mettersi in posa, senza fissare il fotografo: uno scatto rubato.
Amo gli scatti rubati!
:-)

giovedì 8 maggio 2008

martedì 6 maggio 2008

Teng Kang Poche Parete nord

Ueli Steck e Simon Anthamatten la scorsa settimana hanno effettuato la prima salita della parete nord del Teng Kang Poche, aprendo "Schachmatt" (2000m, VI/85° ghiaccio, M7+/6 A0).




Photos by Steck archive

Altro che Turiddu ;-)!

Vegliate con me

Esce in questi giorni il primo scritto tradotto in italiano di Cicely Saunders, medico inglese, considerata la fondatrice della moderna assistenza ai malati in fase terminale attraverso le cure palliative. Lo scritto, tradotto da F. Lozito, prende in considerazione in particolare le origini cristiane delle cure palliative in cui l’originale dottoressa Saunders si dimostra in dialogo con tutta la cultura del ‘900.
Vegliate con me. Hospice: un’ispirazione per la cura della vita”, raccoglie alcuni saggi in cui vengono descritte le tappe che hanno portato l’autrice a fondare il primo hospice di concezione moderna. L’hospice è un luogo di cura destinato a prestare assistenza e cura al malato terminale affetto da patologie croniche ed inguaribili: rappresenta quindi non solo luogo ma anche filosofia terapeutica che attraverso le cure palliative si propone di intervenire sulle sfere fisiche, psicologiche, sociali e spirituali della sofferenza.
Riscoprire le origini cristiane delle moderne cure palliative nono può essere un limite per chi non vive un’esperienza religiosa, ma costituisce senza dubbio per i credenti uno stimolo forte alla testimonianza.
Cinque sono i saggi con cui viene articolato il libro: Vegliate con me; La fede, Guardando la morte negli occhi, Un viaggio terapeutico personale, Pensa a lui.

Fiori, foglie e gocce d'acqua


















In bici con Stefano

Lunedì

I tendini della coscia sono ancora lievemente doloranti così ieri, anche se la voglia di andare a correre è tanta, ho preferito dedicarmi alla bici. 40 km in tranquillità in compagnia di Stefano che ho incontrato dopo poche pedalate. Il forte vento a favore ci ha permesso di toccare i 60 km/h per alcuni km. Mai zeder...


Verso il Piz Boè

Domenica

Dopo il divertentissimo matrimonio di Daniela e Diego in quel di Levico - speriamo che il fotografo mi invii al più presto quelle due tre foto che gli ho chiesto - ghera da nar.
Il Piz Boè, facile 3000 dolomitico, con la sua forma a piramide svetta con prepotenza nel massiccio del Sella. Ci sono salito diverse volte e in diverse stagioni sia usando la comoda funivia che in pochi minuti ti eleva ai quasi 3000 m del Sass Pordoi, sia dalla ardita ferrata Piazzetta, sia per la forcella Pordoi.
L'idea, per questa domenica un po' nuvolosetta, era quella di salire in funivia per poi in tutta tranquillità scendere al rifugio Forcella Pordoi e da qui risalire il Piz Boè.

"La funivia riaprirà per il periodo estivo il giorno 17 maggio."

Questa bella "citazione" affissa sul muro dell'edificio della funivia ha cancellato in un momento tutti i miei proggetti. Che fare? Dopo un attimo di sconforto, decidiamo, io ed Elena, almeno di provarci anche se, guardando sopra di noi, il sentiero che porta alla forcella è tutto innevato e, visto la temperatura, non sarà di certo una passeggiata.



















La salita infatti risulta subito difficoltosa a causa della scarsa consistenza del manto nevoso che spesso ci fa sprofondare parecchi centimetri: mai zeder ghè da nar. La nostra salita è è comunque accompagnata da graditi incontri: un cane simpatico e giocherellone verosimilmente residente al passo, qualche camoscio, alcune marmotte e nei pressi dell'attacco dello spigolo di Maria una maestosa aquila. Le strapiombanti pareti che ci sovrastano un paio di volte scaricano a valle accumuli di neve e sassi con fragoroso rumore che un po' ci incutono timore. Giunti alla forcella Pordoi il vento è davvero fastidioso e quindi, anche se non del tutto soddisfatti decidiamo di tornare sui nostri passi.





Peccato per non aver raggiunto la cima.
Un'ottima giornata.

sabato 3 maggio 2008

Di corsa in Val Manara



Un po' di km e 400 m di dislivello per sciogliere le tensioni accumulate in questi intensi giorni lavorativi. Domani se il tempo tiene si va sul Piz Boè!
Ho ancora qualche doloruccio al ginocchio sx accidenti :-(.

Saliva: il detective del futuro

Nella saliva si cela il segreto per scovare una miriade di patologie, dalle neoplasie al diabete, con una semplice analisi. La scoperta è stata recentemente pubblicata sulla rivista Journal od Proteome Research. Tre diversi gruppi di ricercatori hanno sviluppato un innovativo test che in breve tempo riesce ad identificare e misurare quantitativamente più di 1000 proteine diverse contenute all’interno del liquido salivare, un terzo delle quali è riscontrabile anche nel sangue.
Il test, che si basa sull’uso della spettrometria di massa, apre la possibilità, in un futuro, di fare diagnosi, senza prelievi di sangue, molto più rapidamente per diverse malattie.
La ricerca, come spiega J. Melvin dell’università statunitense di Rochester, mostra come le proteine presenti nella saliva possono essere utilizzate per diagnosticare malattie in tutto il corpo; più in dettaglio sono state trovate proteine corrispondenti a quelle già individuate nel sangue nel caso della demenza di Alzheimer, della corea di Huntington, del morbo di Parkinson, del cancro alla mammella e al colon/retto e dei due tipi di diabete.