lunedì 23 marzo 2009

Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile

Il libro tratta delle vicende delle sfortunate spedizioni all’Everest del maggio 1996. Circa quattrocento alpinisti assediavano la montagna in quel periodo, e una cinquantina di essi facevano parte di due spedizioni commerciali, che tentavano la via classica della cresta Sud-Est dal ghiacciaio del Khumbu. Si tratta della via dei primi salitori del 1953, Hillary e Tenzing. La spedizione commerciale cui apparteneva Bukreev, con a capo l’americano Scott Fischer, era quella di Mountain Madness; l’altra spedizione, di Adventure Consultants, aveva a capo il neozelandese Rob Hall. I morti sono stati sei: uno sherpa durante l’installazione del Campo 3 per problemi di adattamento alla quota, gli altri cinque per il maltempo; tra questi due clienti, una guida e i due capispedizione. La tragedia è avvenuta durante la discesa dalla vetta al Campo 4 del Colle Sud. Coautori diEverest 1996 sono Anatolij Bukreev, guida di punta della prima spedizione, e G.W. De Walt, scrittore e regista specializzato in inchieste e interessato ai rapporti tra uomo e ambiente. Lo stesso De Walt ha condotto le interviste e ha raccolto le testimonianze delle guide e di altri partecipanti. Il libro è un resoconto probabilmente molto aderente ai fatti reali: si coglie la determinazione e la volontà di descrivere unicamente ciò che è accaduto. Il racconto, più gaio e disinvolto nella prima parte, che tratta dei preparativi, si fa via via più stringente e puntuale nei capitoli che descrivono la salita alla vetta, e diventa quasi ossessivo nella descrizione della discesa e dei tentativi di salvataggio dei dispersi. Come Bukreev afferma più volte, in condizioni così estreme i margini di sicurezza sono quasi inesistenti. Nessuna guida, quindi, per quanto capace, può essere in grado di garantire la sicurezza dei clienti. Questa è la risposta di Bukreev ad Aria sottile, di Jon Krakauer, in cui vengono descritti i medesimi avvenimenti da un’altra angolazione. Nel libro di Krakauer non viene riservata una trattazione leale al comportamento di Bukreev in occasione della tragedia, né si tengono in opportuna considerazione le sue testimonianze. Anzi, quasi si insinua che non abbia dedicato sufficienti cure e attenzioni ai suoi clienti. Proprio lui che ha effettuato, da solo nella notte e nella bufera a 8000 metri, il salvataggio di tre clienti dispersi. Krakauer era un cliente della seconda spedizione, ed era stato inviato come giornalista dalla rivista "Outside". Si è senza dubbio lasciato prendere la mano da interpretazioni retrospettive degli avvenimenti, forse anche facilitato dai ricordi viziati a causa dello stato di ipossia indotto da quelle quote. In Aria sottile la vicenda è trattata come in un romanzo, in cui è bene ci siano tutti gli ingredienti per non deludere le aspettative del pubblico: i buoni, i cattivi, la tragedia, i morti e i sopravvissuti.

1 commento:

Martina - Andrea ha detto...

Ma sei una macchina da post ;-) Bravo!