La resina è il prodotto di un dolore, una lacrima che cola dall'albero ferito. Quelle gocce giallo miele, non scappano, non scivolano via come l'acqua, non abbandonano l'albero. Rimangono incollate al tronco, per tenergli compagnia, aiutarlo a resistere, a crescere ancora. I ricordi sono gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita. Anche quelli belli diventano punture. Perché, col tempo, si fanno tristi, sono irrimediabilmente già stati, passati, perduti per sempre. Gocce di resina sono piccoli episodi, aneddoti minimi, spintoni che hanno contribuito a tenermi sul sentiero. Proprio perché indelebili sono rimasti attaccati al tronco. Come fili di resina emanano profumi, sapori, nostalgie.
" Oggi, invece, non si scia più in libertà. Si ha paura di rovinare gli attrezzi da un milione. Una grattata sotto gli sci nuovi è come un graffio sul cuore. E la neve è diventata solo materiale da scivolamento. Non si gioca più con lei. Si bada a tenerla lontana dal corpo protetti da tute spaziali. C'è un rifiuto della neve, una specie di schizzinosità. Solo i bambini, quelli molto piccoli, vi si rotolano ancora dentro con naturalezza. Ma isolati dalle tutine di plastica. Peccato, perché la neve aiuta l'uomo, gli tiene desta la salute. Salvo che non finisca dentro una valanga. "
1 commento:
Il mio amico Giacomo (blog Alpi Apuane) è amico di Mauro Corona.
Buon Natale e Felice anno nuovo.
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