Un corpo sezionato con perizia, come per esporlo a una lezione di anatomia. È così che si presenta il cadavere della vittima, la prima di una lunga sequenza. Tutto lascia pensare a un serial killer, ma inquadrarlo sembra impossibile: nessun movente, nulla che accomuni le vittime, se non il fatto di appartenere a famiglie ricche e influenti. Per questo l'FBI chiama Frank Clevenger, esperto di psichiatria criminale, che comincia l'indagine nel solo modo in cui uno psichiatra può indagare: parlando con i parenti. Al terzo incontro, la sensazione di disagio che lo ha colto già al primo colloquio diventa puro sconcerto. Perché nelle parole, nei gesti, negli occhi di queste persone non c'è dolore. Nelle loro splendide case non si respira aria di tragedia. E Clevenger comincia a nutrire il sospetto che l'autore degli omicidi abbia quasi fatto loro un favore, riuscendo a riprogettare la loro vita in modo più armonioso, come se ciascuna delle vittime fosse un intralcio: l'opera infelice di un macabro architetto.
domenica 5 dicembre 2010
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