Un celebre scrittore (Alessandro Baricco) è anche il regista di un film che si gira nei boschi del Trentino. Viene assalito, sbranato e sfigurato da un orso. Un gruppo di ecologisti radicali prepara un comunicato di rivendicazione. Un poliziotto telefona al ministro. Questa la trama del primo dei tredici racconti contenuti in “Un orso sbrana Baricco“, dove, in bilico tra le urgenze della cronaca e le derive della fantasia, troviamo anche Margherita Cagol, Georges Simenon, Stan Laurel, un martellatore di statue e il barista di un’area di servizio lungo l’autostrada del Brennero.
Di questi tredici raccontini il più lungo misura quindici pagine, il più breve cinque righe e mezza.
L’unico tratto che gli accomuna è l’ambientazione trentina e una frase ricorrente “il falso è un momento del vero”.
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